Il numero di malati cronici continua a salire nonostante i progressi della medicina moderna. Tra il 2012 e il 2022 la prevalenza del diabete di tipo 2 è cresciuta di quasi il 20%, con un impatto economico che nel 2022 ha superato i 400 miliardi di dollari solamente negli Stati Uniti. Secondo il dottor Jason Fung, esperto di fama mondiale di diabete di tipo 2, questa escalation non è un destino ineluttabile. Il diabete di tipo 2 può infatti essere invertito con metodi semplici ed economici, a patto di ripensare l’insulino-resistenza non come causa principale della malattia, ma come conseguenza di un eccesso di glucosio.
INSULINO-RESISTENZA: SOVRACCARICO O DISFUNZIONE CELLULARE?
La diagnosi di diabete di tipo 2 scatta al superamento di precisi livelli di glucosio nel sangue, soglia oltre la quale rischiano di danneggiarsi organi vitali come i reni. Diversamente dal diabete di tipo 1, imputabile a un’insufficiente produzione di insulina, il tipo 2 viene in genere attribuito all’insulino-resistenza, ovvero all’incapacità delle cellule di rispondere a questo ormone. Il dottor Fung rovescia questa visione: le cellule non sono “difettose”, ma sovraccariche di glucosio. Come in un ristorante troppo affollato, quando tutte le “sedie” sono occupate, l’eccesso resta fuori e finisce in circolo, facendo lievitare la glicemia.
INVERTIRE IL DIABETE DI TIPO 2: UN APPROCCIO SEMPLICE
Riconoscere il diabete di tipo 2 come un problema di eccesso di glucosio anziché di guasto cellulare sposta il fulcro dell’intervento dalla terapia farmacologica a una strategia dietetica. Il ricorso abituale all’insulina per spingere più zucchero nelle cellule risulta superfluo se si riduce l’apporto di carboidrati. «Il problema non è la mancanza di insulina, ma il trattamento sbagliato», osserva il dottor Fung. Limitando drasticamente gli alimenti che innalzano la glicemia, il corpo smaltisce l’eccesso accumulato. Una volta che le cellule hanno recuperato capacità di “seduta”, lo zucchero nel sangue torna a livelli normali e il diabete può regredire.
RACCOMANDAZIONI ALIMENTARI: DA DOVE INIZIARE?
Per ridurre efficacemente i livelli di glucosio, è opportuno limitare il consumo di alimenti che li innalzano, come cibi zuccherati e carboidrati. Non tutti i carboidrati, però, hanno lo stesso impatto. Quelli a digestione lenta, come la maggior parte delle verdure, sono preferibili rispetto agli alimenti ultraprocessati a digestione rapida, come pane bianco o fiocchi d’avena istantanei, che causano picchi glicemici più marcati. Alimenti come uova e carne rappresentano valide alternative, poiché non influenzano i livelli di glucosio.
PERDITA DI PESO E STORIE DI SUCCESSO
Le evidenze a sostegno dell’approccio low carb sono numerose. Nel Regno Unito il dottor David Unwin ha documentato in 8 anni la remissione nel 51% dei 186 pazienti sottoposti a una dieta a basso contenuto di carboidrati e a consigli per la perdita di peso. Nella pratica del dottor Fung, un paziente insulino-dipendente da dieci anni ha sospeso ogni terapia farmacologica dopo un mese di riduzione dei carboidrati e digiuno intermittente, raggiungendo valori glicemici normali. «Se si eliminano cibo spazzatura e dolci e si perde peso, il diabete scompare quasi sempre», conferma il medico.
PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE
Sebbene l’inversione del diabete di tipo 2 sia una prospettiva concreta per molti pazienti, la prevenzione rimane l’obiettivo ideale. È consigliabile controllare annualmente l’emoglobina glicata (HbA1c) per individuare eventuali tendenze al rialzo che potrebbero segnalare uno stato di prediabete. Monitorare anche il C‑peptide a digiuno aiuta a valutare la produzione insulinica, anticipando eventuali squilibri prima di raggiungere soglie diabetiche.
ASPETTI FONDAMENTALI
Il diabete di tipo 2 è causato da un sovraccarico di glucosio nelle cellule, non da una loro disfunzione. Quando una cellula è satura di glucosio, l’eccesso si riversa nel sangue, innalzando i livelli glicemici. Ridurre l’apporto di glucosio attraverso la dieta consente di abbassare tali livelli, offrendo una via concreta per invertire la malattia.
Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.