Tra Eostre e Cristo, come nasce la Pasqua moderna

di Mirko fadda
20 Aprile 2025 8:58 Aggiornato: 20 Aprile 2025 8:58

La Pasqua, insieme al Natale, è la festività più importante del cristianesimo; è la celebrazione in tutto il mondo occidentale della resurrezione di Gesù Cristo dopo la sua atroce uccisione sulla croce. Ma la resurrezione di Gesù Cristo, dal punto di vista strettamente rituale, viene celebrata “prendendo a prestito” molto dalle culture religiose precedenti. Le origini della Pasqua e la sua evoluzione, riflettono infatti un intreccio complesso di tradizioni non solo cristiane ma anche ebraiche e pagane.

LE ORIGINI, TRA RADICI EBRAICHE E CRISTIANE

La Pasqua cristiana ha le sue radici nella Pesach ebraica, una festività che celebra la liberazione degli Israeliti dalla schiavitù in Egitto, come narrato nel Libro dell’Esodo. Pesach, celebrata in primavera secondo il calendario lunare, è caratterizzata dal sacrificio di un agnello e dal consumo di pane azzimo, simboli di purezza e libertà: questo evento fornisce il contesto storico e spirituale per la Pasqua cristiana.

Con l’avvento del cristianesimo, la Pasqua assume un nuovo significato: la resurrezione di Gesù Cristo, considerato l’“Agnello di Dio” che redime l’Umanità, e che toglie i peccati del mondo. I Vangeli narrano che la crocifissione e la resurrezione avvengono durante il periodo di Pesach, consolidando il legame tra le due festività. La Pasqua cristiana, quindi, è una celebrazione profondamente radicata nella tradizione ebraica e nel messaggio di salvezza del cristianesimo.

L’INFLUENZA PAGANA

Nonostante il suo nucleo cristiano ed ebraico, la Pasqua incorpora anche un terzo elemento derivante dalle tradizioni pagane, soprattutto nelle regioni europee dove il cristianesimo si diffonde. Prima della cristianizzazione, molte culture celebrano l’equinozio di primavera con riti legati alla fertilità, al rinnovamento e alla rinascita della natura.

La dea Eostre volteggia nei cieli circondata da putti di ispirazione romana, raggi di luce e animali. Foto: Wikimedia

Questi riti, spesso dedicati a divinità della primavera come la dea germanica Eostre, da cui deriva il termine inglese “Easter”, includono simboli come uova e conigli, emblemi universali di vita e prolificità.

Quando il cristianesimo si radica in Europa, la Chiesa adotta un approccio “inclusivo”, adattando alcune usanze pagane per rendere la nuova fede più accessibile alle popolazioni locali. Le uova, ad esempio, sono reinterpretate come simbolo della resurrezione, e il coniglio come simbolo di abbondanza. Questi elementi, pur avendo origini pagane, perdono il loro significato religioso originario, assumendo un nuovo valore cristiano.

Con la diffusione del cristianesimo, la Pasqua diventa una festività centrale nel calendario liturgico. Nel 325 d.C., il Concilio di Nicea stabilisce che la Pasqua sia celebrata la prima domenica dopo la prima luna piena successiva all’equinozio di primavera, mantenendo il legame con il calendario lunare ebraico. Questo spiega perché il giorno di Pasqua vari di anno in anno.

Nel Medioevo, la Pasqua si arricchisce di nuovi riti, come la Quaresima (40 giorni di penitenza) e la Settimana Santa, con eventi come la Domenica delle Palme e il Venerdì Santo. Le celebrazioni diventano più elaborate, includendo processioni e rappresentazioni della Passione di Cristo. Parallelamente, le tradizioni locali iniziano a plasmare la Pasqua: in Italia, ad esempio, si diffondono piatti come la colomba e le uova sode, mentre in Europa orientale le uova decorate diventano un’arte raffinata.

Gli elementi di origine pagana, come le uova e i conigli, sono ormai parte integrante della tradizione, percepiti come simboli universali di rinascita piuttosto che come retaggi pagani.

Oggi, la Pasqua unisce fede e cultura, mantenendo il suo messaggio di speranza e rinnovamento. La sua capacità di integrare elementi diversi dimostra la sua universalità, rendendola una delle celebrazioni più amate al mondo.

 

 

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