Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato che l’esercito israeliano presidierà a tempo indeterminato le cosiddette zone di sicurezza della Striscia di Gaza, in Libano e in Siria: «A differenza del passato, l’esercito non abbandonerà le aree conquistate e messe in sicurezza», ha dichiarato Katz il 16 aprile, secondo l’Associated Press, «Gli uomini resteranno in queste zone «come cuscinetto tra il nemico e la comunità israeliana».
L’annuncio giunge in un momento di stallo nei negoziati per il rilascio delle persone ancora tenute in ostaggio dall’organizzazione terroristica Hamas, dopo l’attacco contro Israele del 7 ottobre 2023. Un esponente di Hamas ha ribadito il 15 aprile scorso che qualsiasi accordo di cessate il fuoco deve includere il ritiro completo dell’esercito israeliano da Gaza, secondo Al Jazeera.
L’esercito israeliano controlla oltre la metà della Striscia di Gaza, dopo aver intensificato la campagna contro Hamas. Il cessate il fuoco della durata di due mesi è terminato il 18 marzo, giorno in cui sono falliti i negoziati per estendere la tregua e scambiare altri ostaggi con prigionieri palestinesi detenuti da Israele. Le operazioni militari hanno costretto circa il 90% dei 2 milioni di abitanti di Gaza a sfollare, molti dei quali vivono in campi tenda.
L’esercito israeliano ha individuato diverse aree strategiche per le proprie operazioni. A Gaza per esempio, il Corridoio Philadelphi, lungo il confine tra Gaza ed Egitto, è considerato un punto determinante per bloccare il contrabbando di armi a Hamas. Anche durante il cessate il fuoco, inoltre, l’esercito ha mantenuto il controllo lungo tutto il confine tra Gaza e Israele.
Nel sud di Gaza, l’esercito ha occupato l’area tra Rafah e Khan Yunis, chiamata anche Corridoio Morag, che si estende dal confine israeliano fino al mare, per ostacolare le operazioni nemiche e il traffico di armi in quella zona.
Ha inoltre rioccupato il Corridoio Netzarim, che attraversa la Striscia, istituito nei primi 15 mesi di conflitto ma abbandonato durante il cessate il fuoco.
In Libano, l’esercito mantiene il controllo di cinque punti strategici lungo il confine con Israele. Gli esperti militari sostengono che questi punti d’avvistamento del Libano meridionale, fanno da deterrente a Hezbollah.
In Siria invece, dopo la caduta del governo di Bashar Assad a dicembre 2024, l’esercito israeliano ha occupato una zona di 400 chilometri quadrati lungo il confine israelo-siriano, tra cui punti strategici militari come la base siriana sul Monte Hermon. Il governo israeliano ha giustificato l’azione come necessaria per impedire che territori e basi militari cadessero in mani ostili durante il caos in Siria.
Hamas, nel frattempo, insiste per il ritiro totale di Israele da Gaza, mentre Netanyahu, a sua volta, chiede la fine di Hamas come forza militare e amministrativa nella Striscia, che ne detiene il controllo dal 2006. Alcuni membri della coalizione di Netanyahu spingono in realtà proprio per riprendere i combattimenti al fine di danneggiare ulteriormente l’organizzazione terroristica.
Il 15 aprile, Israel Katz ha esaltato il valore strategico delle postazioni dell’esercito israeliano. «Questo punto in particolare, domina Gaza, colpisce duramente i terroristi, distrugge le loro infrastrutture e protegge le comunità israeliane», ha dichiarato, aggiungendo: «Questo è il nostro modo di agire. Non permetteremo mai a un simile nemico di minacciare le nostre comunità e i nostri cittadini».