Governare la mobilità non vuol dire chiudere i canali d’ingresso, ma gestirli in maniera proficua per tutti gli attori, a partire dagli immigrati stessi, che solo in questo modo possono evitare viaggi pericolosi e accedere agli effettivi percorsi di integrazione nei Paesi di destinazione.
Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante la conferenza del Processo di Khartoum, ospitata oggi al Cairo, in Egitto. «È per questo che ritengo che gli interessi di Paesi di origine, di transito e di destinazione siano sempre più convergenti. Un esempio concreto di questa convergenza l’ho potuto riscontrare nel mio lavoro di ministro dell’Interno sul terreno dei rimpatri volontari assistiti, dai Paesi di transito a quelli di origine», ha affermato Piantedosi.