L’eterna competizione ideologica del Pcc con l’America

di Jessica Mao % Olivia Li per ET USA
17 Marzo 2025 15:34 Aggiornato: 17 Marzo 2025 15:41

Per molti, l’antiamericanismo di Pechino nasce dalla linea di Xi Jinping e dalla scalata della Cina a seconda economia globale. In realtà non è una novità: è un piano che si evolve da almeno trent’anni, sfidando la democrazia e con l’ambizione di dominare il mondo, due aspetti profondamente radicati nell’ideologia del Partito Comunista Cinese.

Xi Jinping ha fatto della contrapposizione agli Usa il fulcro della sua strategia politica, esortando funzionari a tutti i livelli a considerarla una priorità assoluta. Secondo un alto ufficiale della sicurezza pubblica, non si tratta di un capriccio personale, ma piuttosto di una fase inevitabile nell’evoluzione del regime cinese.

Un libro del 1991 di Wang Huning, stratega di Pechino e quarto leader per importanza, mostra che l’ostilità verso gli Usa risale ad almeno trent’anni fa, quando gli Stati Uniti hanno aperto le porte alla Cina, sperando che diventasse una democrazia e prosperasse nel mercato globale. Wang, oggi nel Comitato Permanente del Politburo, è stato il fidato consigliere di tre leader del Pcc: Jiang Zemin, Hu Jintao e Xi Jinping, ed è considerato una figura chiave nel formare le ideologie politiche del Partito.

Alla fine degli anni ’80, all’epoca professore all’Università Fudan, Wang ha visitato gli Stati Uniti. La sua visione critica della società americana, filtrata dai suoi pregiudizi, ha dato vita alla sua analisi “America contro America”. L’analisi espone le contraddizioni e debolezze che ha visto nei valori americani come libertà, democrazia e pari opportunità.

Tornato in Cina, Wang si è imposto come oppositore dei principi di libertà promossi dalle democrazie, fondendo il socialismo marxista e nazionalismo per contrastare l’influenza occidentale. Da allora, la sua analisi circola tra gli alti esponenti politici di Pechino. Xi sembrerebbe averne fatto la base della sua ideologia anti-occidentale. Il rapporto del 20° Congresso del Pcc del 2023, ad esempio, chiede di «salvaguardare con fermezza la sicurezza ideologica nazionale», ribadendo il cammino socialista e la resistenza alle influenze straniere.

LA RISPOSTA DEGLI STATI UNITI

Negli ultimi anni, funzionari ed esperti americani hanno espresso preoccupazione per le ambizioni del regime cinese di scalzare gli Stati Uniti come superpotenza mondiale, e hanno considerato che un approccio più duro vent’anni fa avrebbe potuto limitare l’attuale atteggiamento del Pcc.

Mike Gallagher, ex Presidente della Commissione Speciale della Camera sul Pcc, ha citato il libro di Wang. In un’audizione al Congresso del 2023, l’ex deputato ha detto che il testo «descrive la strategia di Wang, Xi e il regime cinese di mettere gli americani, visti come avidi e divisi fra loro, gli uni contro gli altri per indebolire il nostro Paese».

Secondo un’analisi del 2024 della Commissione della Camera su Supervisione e Responsabilità, intitolato «Guerra politica del Pcc: le agenzie federali necessitano urgentemente di una strategia governativa» descrivendo l’ampiezza e la gravità della guerra politica del Pcc contro gli Usa, sottolineando la risposta inadeguata del governo americano. Il documento di 300 pagine esplora vari aspetti della guerra politica del Pcc, spesso ignorati dalle agenzie Usa come “guerra senza restrizioni, guerra di disintegrazione, operazioni del Fronte Unito, dominio narrativo e influenza sulla comunità cinese”. La strategia del Fronte Unito per esempio, cerca di spingere figure chiave e leader stranieri a favorire Pechino. Il rapporto analizza le strategie militari del Pcc in libri come “guerra senza restrizioni” e “guerra di disintegrazione”, mirate a minare e distruggere gli Stati Uniti.

L’ostilità del Pcc verso gli Stati Uniti emerge in modo chiaro ed esplicito nel libro del 1999 “Guerra senza restrizioni: il piano della Cina per distruggere l’America”, scritto da due colonnelli cinesi. Il testo propone una guerra che va oltre i confini tradizionali, con mezzi illimitati, svincolati da politica, storia, cultura o morale.

“Guerra senza restrizioni” individua campi di battaglia come finanza, commercio, media, diritto internazionale e spazio, suggerendo armi e strategie che includono cyberattacchi, terrorismo, guerra biochimica, nucleare, elettronica, ideologica, traffico di droga, operazioni di intelligence e sanzioni economiche, il tutto con l’obiettivo di raggiungere i fini del Pcc con ogni mezzo possibile.

Si evidenzia inoltre come diverse figure influenti americane, sia nella sfera politica che economica vengano usate come strumenti del regime cinese, mettendo a rischio la sicurezza nazionale. Inoltre, la propaganda di Pechino come «la Cina è destinata al successo e gli Usa al fallimento», sta prendendo piede nella società americana.,Nel 2023, Gallagher ha denunciato l’infiltrazione del regime cinese: «Il Pcc ha trovato amici a Wall Street, nei vertici delle Fortune 500 e K Street».

La Commissione sostiene inoltre che, nonostante l’influenza di Pechino negli Usa, il governo federale non ha una strategia efficace per contrastarla, e chiede un’azione tempestiva, esortando a riconoscere la vera natura del Pcc e investire in sicurezza interna, innovazione e tecnologie chiave.

Gallagher ha ricordato che gli Stati Uniti hanno provato per decenni a creare rapporti amichevoli con Pechino, credendo che l’impegno economico l’avrebbe cambiata. «Ci siamo sbagliati. Il Pcc ha riso della nostra ingenuità, approfittando della nostra buona fede», ha poi aggiunto: «ma l’era dei sogni è finita. La Commissione Speciale non lascerà che il Pcc ci pieghi».

 

 

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