Secondo indiscrezioni di stampa, «Meloni vuole portare a breve termine la spesa militare italiana dall’1,5 al 2,5 percento del Pil, il che significherebbe un balzo dai 32 miliardi di oggi a 52 miliardi. Parliamo di 20 miliardi in più! Una follia economica e sociale che però si vuole far passare come sostenibile con il gioco delle tre carte dello scorporo di queste spese dai vincoli di bilancio previsti dal Patto di Stabilità». Lo dichiarano i parlamentari delle Commissioni Difesa e Politiche Ue di Camera e Senato.
«Diciamo le cose come stanno per non prendere in giro gli italiani: lo scorporo significa solo che l’Ue chiude temporaneamente un occhio sugli sforamenti di bilancio nazionale per extradebito da riarmo, extradebito che al termine di questa moratoria graverà comunque sui conti pubblici che andranno corretti di conseguenza. Tradotto: i tagli arriveranno non oggi, ma domani. Il piano di riarmo della Meloni non lo paghiamo oggi, ma lo pagheremo domani e lo pagheremo carissimo», concludono.