L’Unione Cristiano-Democratica (Cdu) di centrodestra, secondo le proiezioni risulta vincitrice delle elezioni in Germania. Alternativa per la Germania (AfD) si è classificata seconda con il suo miglior risultato di sempre.
Guidata da Friedrich Merz, la Cdu ha capitalizzato il diffuso malcontento per l’inflazione, l’aumento dei costi energetici e le politiche migratorie, ottenendo il 28,4% dei voti, seguita da AfD con il 20,4%, secondo una proiezione pubblicata dall’emittente pubblica Zdf. «Stasera festeggiamo e da domani iniziamo a lavorare […] Il mondo non ci aspetta» ha detto Merz.
COALIZIONE INCERTA PER MERZ
Sebbene il blocco formato da Cdu e Unione Cristiano-Sociale (Csu) sia risultato il più grande, ha ottenuto il suo secondo peggior risultato dal dopoguerra. E Merz si avvia verso negoziati di coalizione che si preannunciano lunghi e in una posizione di debolezza auto-inflitta, considerando che Merz stesso ha escluso nel modo più categorico un’alleanza con la destra di AfD, che ha basato la propria campagna elettorale su un controllo rigoroso delle frontiere, una riduzione del numero di richiedenti asilo e l’abbandono degli obiettivi della cosiddetta “neutralità climatica”.
L’analista politico Ralph Schoellhammer ritiene che lo scenario più probabile sia una coalizione tra Cdu, Spd e Fdp. Un’altra possibilità sarebbe una coalizione tra Cdu, Partito dei Verdi e Fdp. La maggioranza degli elettori tedeschi ha votato Cdu e AfD perché, evidentemente, vorrebbe un governo di centrodestra. Ma, considerando il niet di Merz nei confronti di un’alleanza col partito dei conservatori (che è generalmente considerato quasi un partito “neo-nazista”), probabilmente i tedeschi si ritroveranno con un governo di centro-sinistra, osserva Schoellhammer.
Resta incerto se Merz avrà bisogno di uno o due alleati per fare una maggioranza. Una coalizione a tre sarebbe molto più difficile da gestire in termini di governabilità.
E non si può ignorare, poi, il problema della rappresentatività: negli ultimi anni, la coalizione dei Socialdemocratici (Spd) di centro-sinistra del cancelliere Olaf Scholz, dei liberali della Fdp e del Partito dei Verdi ha visto un crollo dei consensi.
L’Spd di Scholz ha fatto registrare il suo peggior risultato dalla Seconda guerra mondiale, con il 16,4% dei voti, secondo la proiezione di Zdf, mentre il Partito dei Verdi ha ottenuto il 12,2% e il partito di estrema sinistra Die Linke ha raggiunto l’8,9%. La Fdp e la nuova Alleanza Sahra Wagenknecht rischiano di non riuscire nemmeno a superare lo sbarramento del 5%.
Merz e la Cdu avranno insomma non pochi problemi a formare un governo stabile. Tra i potenziali alleati ci sono la Fdp e l’ala più moderata del Partito dei Verdi, ma i negoziati si preannunciano complessi.
CRISI ECONOMICA E IMMIGRAZIONE
Merz eredita inoltre una Germania afflitta da gravi problemi economici e ultimamente obiettivo di diversi attacchi terroristici. La più grande economia manifatturiera d’Europa è al suo secondo anno di contrazione, dopo la perdita del gas russo, la chiusura a dir poco traumatica di più stabilimenti Volkswagen e la forte concorrenza dei veicoli elettrici cinesi a basso prezzo.
La Germania sta poi subendo un cambiamento demografico significativo, con un aumento netto della popolazione di oltre 3 milioni e mezzo di persone tra il 2014 e il 2024, interamente dovuto all’immigrazione. Nel 2015, l’allora cancelliera Angela Merkel ha accolto oltre un milione di rifugiati siriani. Secondo un recente sondaggio YouGov, l’80% dei tedeschi ritiene che i livelli di immigrazione siano stati troppo alti nell’ultimo decennio.