«Bingo. Nordio dice in Aula che il ministero della Giustizia non ha mai stipulato contratti con società che hanno Trojan. Se è vero ciò che dice il ministro, e noi abbiamo il dovere di credergli, a questo punto è evidente che nel governo qualcuno mente», scrive su X il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, commentando le parole del guardasigilli al question time a Montecitorio.
«Pensano di fregarci ma non ci conoscono. Un giornalista è stato intercettato in modo illegale: chi è stato? Se nessun Ministero è responsabile dell’acquisto del Trojan israeliano allora sono solo i servizi ad avere questo strumento. Ma se i servizi hanno intercettato un giornalista, Alfredo Mantovano ha mentito. Oggi Nordio ha messo molto in difficoltà Mantovano: ecco perché Mantovano non voleva che Nordio rispondesse in Aula», deduce l’ex premier che riassume: «La situazione è la seguente: un giornalista è stato intercettato illegalmente con il Trojan israeliano; i Servizi hanno ripetutamente negato una loro responsabilità; il Ministro nega qualsiasi responsabilità di tutta la struttura del ministero della Giustizia».
«Qualcuno sta mentendo. Chi? Non è un puntiglio. È una battaglia di civiltà giuridica – insiste il leader di Italia Viva -. Ma prima ancora è una battaglia di libertà. Se lo Stato permette di intercettare abusivamente giornalisti, autorità religiose, attivisti politici vi immaginate che cosa può accadere con le nuove tecnologie a un cittadino comune? Noi chiederemo accesso agli atti sulle spese per intercettazione di tutte le procure della Repubblica. E non ci fermiamo. Lo facciamo perché abbiamo combattuto quando hanno violato la nostra privacy con intercettazioni illegali e perquisizioni illegittime. E allora abbiamo promesso che saremmo andati fino in fondo. Scopriremo presto chi sta mentendo agli italiani. E a Nordio che minaccia azioni giudiziarie contro chi insinua dubbi rispondo che io faccio domande perché è il mio dovere di membro dell’opposizione. Se vogliono denunciarmi per questo sanno dove trovarmi. Li aspetto. Minacciare l’opposizione perché fa domande: la Repubblica delle Meloni assomiglia sempre più a una repubblica delle banane».
Agenzia Nova