DeepSeek ha sbalordito il mercato, lanciando un chatbot realizzato con costi nettamente inferiori rispetto ai competitor statunitensi. Crescono tuttavia i sospetti che l’azienda possa aver preso una scorciatoia. Secondo ChatGPT/OpenAI, DeepSeek potrebbe aver utilizzato i suoi dati senza autorizzazione: «Sappiamo che il regime cinese sta cercando di replicare le reti neurali statunitensi utilizzando tecniche come la “distillazione”» ha dichiarato un portavoce di OpenAI. «Abbiamo ricevuto segnalazioni secondo cui DeepSeek potrebbe aver utilizzato in maniera non autorizzata i dati dei nostri sistemi e stiamo esaminando la questione. Condivideremo ulteriori dettagli non appena avremo maggiori informazioni».
La cosiddetta distillazione è una tecnica che gli sviluppatori adottano per addestrare l’intelligenza artificiale, sfruttando ed estraendo i dati da un’altra intelligenza artificiale più avanzata. OpenAI, nei suoi termini di servizio, ovviamente vieta alla concorrenza l’uso dei propri dati. Secondo David Sacks, responsabile dell’intelligenza artificiale alla Casa Bianca, DeepSeek avrebbe violato questa regola: «Abbiamo prove concrete che DeepSeek abbia estratto dati e conoscenze dai sistemi di OpenAI» ha dichiarato in un’intervista a Fox News.
Howard Lutnick, nominato da Trump ministro del commercio, ha espresso un forte scetticismo nei confronti di DeepSeek durante una audizione al Senato del 29 gennaio scorso: «Non penso che DeepSeek abbia agito in modo del tutto trasparente. Mi impegnerò nell’applicare le misure necessarie per mantenere la situazione sotto controllo».
Il 27 gennaio scorso, DeepSeek ha superato ChatGPT diventando l’app gratuita più scaricata sull’App Store di Apple. Fondata nel 2023, la società cinese ha affermato di aver sviluppato la rete neurale in due mesi con meno di 6 milioni di dollari. I media cinesi hanno celebrato l’evento, definendo l’azienda il «Pinduoduo dell’intelligenza artificiale».
Nel testare DeepSeek, The Epoch Times ha riscontrato che evita argomenti legati ai diritti umani: rifiuta di rispondere alle domande sul Falun Gong Protection Act, una proposta di legge in discussione negli Stati Uniti per contrastare la persecuzione in corso del gruppo spirituale Falun Gong da parte del regime cinese.
Non solo: alla richiesta di descrivere The Epoch Times, Testata che da sempre riporta la realtà di quello che avviene nella dittatura comunista cinese, l’app ha affermato che la testata è «nota per pubblicare contenuti critici nei confronti del Partito Comunista Cinese», e poi ha improvvisamente cancellato la risposta. DeepSeek ha poi affermato di seguire «le leggi, i regolamenti e i valori socialisti cinesi e di impegnarsi a fornire servizi in linea con le condizioni nazionali e i contesti culturali».
I funzionari americani e australiani stanno valutando i potenziali rischi per la sicurezza nazionale legati a DeepSeek, che, secondo la società newyorkese di cybersecurity Wiz, avrebbe accidentalmente reso pubblici oltre un milione di dati sensibili, tra cui la cronologia delle chat e le informazioni tecniche dell’app.