Secondo il ministero degli Esteri americano, Hamas starebbe pianificando un attacco contro civili palestinesi nella Striscia di Gaza, minacciando così la fragile tregua nella Striscia. L’allarme, diffuso sabato, parla di «notizie attendibili» di operazioni interne che, se confermate, costituirebbero «una diretta e grave violazione» dell’accordo negoziato con la mediazione personale del presidente Donald Trump. L’intesa prevede il cessate il fuoco, lo scambio di prigionieri e il graduale ritiro delle forze israeliane da Gaza, sotto la supervisione di osservatori internazionali provenienti da Egitto e Qatar.
Negli ultimi giorni Hamas ha consegnato ad Israele i corpi di altri due ostaggi uccisi durante la guerra, una decisione che avrebbe dovuto rafforzare l’accordo ma che, al contrario, ha inasprito le tensioni. L’organizzazione islamista accusa l’esercito israeliano di aver già commesso quasi cinquanta violazioni del cessate il fuoco, mentre Tel Aviv risponde che l’organizzazione terroristica – invece di disarmarsi, come previsto dall’accordo che ha firmato – continui a accumulare armi e a perseguitare dei presunti «collaborazionisti» di Israele.
Secondo quanto riferito da fonti locali e da analisti indipendenti, la situazione sul terreno resta estremamente fragile: le aree più colpite del nord di Gaza vedono una parziale ripresa dei servizi essenziali, ma la popolazione resta diffidente e teme una nuova ondata di violenze.
Da Washington, il messaggio è chiaro: «Qualora Hamas decidesse di procedere con tale offensiva, verranno adottate misure per proteggere la popolazione di Gaza e salvaguardare l’integrità del cessate il fuoco». Il presidente Trump, pur escludendo un intervento militare diretto delle truppe americane, ha avvertito che qualsiasi atto di violenza da parte di Hamas «non resterà senza conseguenze», lasciando immaginare un possibile ritorno all’azione da parte dell’esercito israeliano.
Il piano di pace elaborato dalla Casa Bianca, il più ambizioso di quelli tentati negli ultimi vent’anni, si fonda sul principio di responsabilità reciproca e sull’impegno a interrompere ogni forma di ostilità. Tuttavia, la continua diffidenza fra le parti rischia di mandare all’aria tutto.
Nei prossimi giorni, Egitto e Qatar – i due attori chiave del piano di pace insieme a Israele e Stati Uniti – intensificheranno il dialogo per scongiurare la ripresa della guerra. Anche l’Onu e la Lega Araba hanno espresso «profonda preoccupazione» per il pericolo della ripresa delle ostilità.