Urso: margini di trattativa dazi su vino e acciaio

di Agenzia Nova
24 Agosto 2025 20:46 Aggiornato: 24 Agosto 2025 22:47

Sulla possibilità di esenzione di alcuni settori dai dazi al 15 per cento i margini per trattare ci sono «sicuramente per i vini e alcuni prodotti alimentari, così come per l’acciaio e l’alluminio. Occorre insistere, consapevoli delle nostre buone ragioni. È comunque importante aver scongiurato la ‘guerra commerciale’, che avrebbe avuto effetti devastanti per tutti». Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Itay, Adolfo Urso, in un’intervista al Corriere della Sera. «Stiamo lavorando con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani a un piano di promozione sui nuovi mercati e di consolidamento negli Usa, i cui consumatori non intendono rinunciare alla qualità dei prodotti italiani. La crescita registrata negli ultimi mesi in alcuni mercati extra-Ue è di buon auspicio. Per questo insistiamo affinché la Commissione finalizzi alcuni accordi di libero scambio con il Consiglio di cooperazione del Golfo e, in prospettiva, India, Malesia, Indonesia, Filippine. Ovviamente anche con il Mercosur, tutelando la produzione agricola», ha spiegato Urso.

Sull’allungamento dei tempi «l’indicazione è chiara e credo sia raggiungibile in tempi brevi. Però il dazio maggiore è quello interno, imposto dalle folli regole del Green Deal, che hanno portato alla crisi del comparto in tutta Europa, con la chiusura di interi stabilimenti e il licenziamento di decine di migliaia di operai. Occorre – ha aggiunto – procedere in fretta sulla revisione del Regolamento sulla Co2, applicando il principio della piena neutralità tecnologica. L’intesa che abbiamo raggiunto con il ministero dell’Economia tedesco sulle flotte commerciali afferma finalmente una posizione pragmatica e flessibile, che deve muoverci in ogni contesto», ha sottolineato. «È necessario vedere le normative europee sui veicoli. Ad Atessa si producono veicoli commerciali leggeri che, in Europa, per circa il 75 per cento delle immatricolazioni sono destinati alle flotte aziendali. L’intesa con la Germania sulla neutralità tecnologica riguarda proprio le ragioni della crisi dello stabilimento abruzzese, la cui gamma di veicoli include anche veicoli endotermici».

Sulle trattative per la vendita dell’ex Ilva Urso ha spiegato che «le procedure della gara premiano l’offerta presentata per l’intero compendio. Sono valutati favorevolmente gli investimenti funzionali a rendere autonomi gli impianti del Nord solo nel caso di offerte più convenienti sul piano produttivo e occupazionale. Il nodo di fondo resta la possibilità di realizzare il polo del Dri a Taranto, subordinato alle decisioni del Comune sulla nave rigassificatrice». Sull’acciaio i dazi sono al 50 per cento, il governo propone di «negoziare affinché la definizione del regime di quote non sia penalizzante per l’Europa. In ogni caso, negli Stati Uniti esportiamo prevalentemente acciai speciali non facilmente sostituibili e il mercato Usa è solo il tredicesimo per valore dell’export siderurgico. Dobbiamo – ha spiegato – però stare attenti agli effetti indiretti sul mercato europeo. Per questo insistiamo affinché si raggiunga una soluzione negoziale equa e sostenibile e si dia attuazione a un meccanismo di salvaguardia rispetto a possibili afflussi anomali di produzioni siderurgiche terze», ha commentato. Infine sulle dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, secondo cui l’Europa deve rimuovere le barriere al mercato interno e scalare sulle tecnologie critiche, per Urso «ha detto quel che noi sosteniamo da tempo: occorre agire in Europa per ridare competitività all’industria europea. Per quanto ci riguarda, mentre lui presentava il suo report alla Commissione, abbiamo proposto un pacchetto di riforme, che sono oggi al centro del confronto europeo, su: auto, siderurgia, chimica, microelettronica, spazio, revisione del Cbam, semplificazione burocratica e industrie energivore. Ora stiamo lavorando con Francia e Germania per condividere posizioni comuni. Non c’è più tempo da perdere: mentre Bruxelles discute, Sagunto, cioè l’industria europea, viene espugnata», ha concluso il ministro.


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times