L’intramontabile manuale di strategia di Sun Zi, l’Arte della guerra, ha influenzato il pensiero di molte menti calcolatrici, dai generali agli amministratori delegati di importanti aziende; ma oltre a questo salvò Sun Bin, un discendente dello stesso Sun Zi, dal pericolo e dal tradimento.
Furono infatti questo libro e i suoi insegnamenti di saggezza, sincerità, benevolenza, coraggio e rigore ad accompagnare il più giovane Sun nei giorni bui in cui subì il tradimento e l’umiliazione ad opera di Pang Juan, che un tempo era stato il suo amico fraterno.
Un maestro, due discepoli
Fin dalla giovane età, Sun e Pang erano stati studenti dell’eremita taoista Guiguzi, in una valle della Cina orientale. Questo maestro era specializzato non solo in strategia, ma anche nella predizione della fortuna e nella coltivazione del proprio carattere.
Guiguzi aveva formulato una profezia sui suoi due discepoli: Pang, molto ambizioso, doveva essere leale a Sun; se non ci fosse riuscito la sua vita sarebbe finita a causa di mille frecce.
In seguito Pang lasciò il suo maestro e si mise al servizio del potente Stato di Wei, divenendo celebre come un eccezionale generale. Ma dimenticò la profezia di Guiguzi.
Sun Bin impara da un classico perduto
Mentre Pang Juan era andato a guadagnare fama e gloria, Sun Min era rimasto con il maestro in quella valle remota. Solo allora Guiguzi rivelò di essere in possesso dell’Arte della guerra, il manuale di strategia militare che era stato scritto un secolo prima da Sun Zi, l’antenato di Sun Bin. Questo testo era andato perduto, ma l’anziano eremita ne aveva conservato una copia.
Chiunque avesse padroneggiato gli insegnamenti dell’Arte della guerra, disse Guiguzi, avrebbe avuto l’abilità di attraversare il mondo senza trovare opposizione. Secondo Guiguzi, Pang Juan non aveva il carattere adatto per una tale conoscenza, che sarebbe invece stata al sicuro nelle mani di Sun, che in soli tre giorni aveva imparato l’intero testo, studiandolo con dedizione.
Quando Sun Bin si mosse per raggiungere Pang Juan nello Stato di Wei, Guiguzi lo avvertì che un giorno sarebbe stato una persona di grande importanza, ma solo se al servizio della sua terra natale, lo Stato di Qi.
Un cuore buio
Non appena Sun Bin arrivò nello Stato di Wei, Pang Juan cominciò a creargli dei problemi. Desideroso di imparare i segreti che Sun aveva studiato con Guiguzi in sua assenza, Pang cospirò affinché fosse etichettato come traditore (senza tuttavia accusarlo pubblicamente), un crimine a quel tempo punito con l’amputazione delle ginocchia e un tatuaggio sulla faccia, la qual cose spinse Sun a mettersi sotto la protezione di Pang, che gliel’aveva amorevolmente offerta.
All’inizio, pensando che Pang lo avesse salvato, Sun iniziò a scrivere l’Arte della guerra per ripagare il suo debito; tuttavia, ben presto, grazie all’intervento tempestivo di un domestico che provava simpatia nei suoi confronti, Sun scoprì le trame malvagie del suo amico fraterno. Si finse folle, bruciò il testo che aveva scritto e scappò di nascosto verso lo Stato di Qi, dove iniziò a realizzare la profezia di Guiguzi.
Il ritorno di uno stratega
Ignaro della fuga di Sun, Pang Juan continuò a raccogliere una vittoria dopo l’altra per il suo Stato. I due alla fine si scontrarono in battaglia e nel primo scontro Pang prevalse. Non molto tempo dopo si ritrovarono di nuovo l’uno contro l’altro e questa volta la profezia di Guiguzi si manifestò.
Mentre attraversava il passo di Maling la notte prima della battaglia, Pang scoprì che gli alberi erano stati abbattuti per rallentare la sua avanzata e esultò immaginando il terrore del suo nemico. Un albero tuttavia rimaneva in piedi, privo della sua corteccia. Sul legno erano incisi otto caratteri: «Pang Juan incontrerà la morte sotto quest’albero».
In quel momento, 10 mila arceri dell’esercito di Sun Bin, nascosti sulle colline, scoccarono le loro frecce da tutte le direzioni. Quelle parole misteriose, che ricordavano il voto infranto di Pang, diventarono realtà.
Sun Bin si avvicinò a Pang, che giaceva in fin di vita, solo per sentire il generale maledire se stesso per non aver ucciso Sun quando ne aveva avuto l’occasione. Prima che Sun potesse rispondere, Pang aveva già afferrato la spada e si era suicidato.
Una vittoria umile
L’Arte della guerra presenta la guerra come un male necessario che dovrebbe essere gestito in modo chirurgico e con strategie il più decisive possibili. Sun Zi insegna l’efficienza stoica, distaccata dai successi e dalle sconfitte temporanee. In questo modo i generali capaci risolvono i conflitti con facilità.
«Perciò le sue vittorie non gli portano né fama per la sua saggezza, né riconoscimento per il suo coraggio. Vince le sue battaglia perché non commette errori», scrisse Sun Zi.
Pang Juan, oltre ad aver tradito il suo fraterno compagno di studi e ad aver ignorato il suo maestro, era attaccato alla gloria e alla fortuna che gli venivano dall’essere generale. Era presuntuoso e paranoico e per questo fu condotto a vedere in Sun Bin un nemico, anche se un tempo era stato come un fratello.
Ecco come l’Arte della guerra avrebbe descritto i due discepoli: «Così capita che in guerra lo stratega che vince cerca la battaglia solo dopo aver ottenuto la vittoria, mentre chi è destinato ad essere sconfitto, prima combatte e poi cerca di vincere».
Nonostante tutti i torti che Pang gli aveva fatto, Sun Bin non nutrì nessun rancore nei suoi confronti; piuttosto, seguì le orme del suo celebre antenato e dopo aver consegnato l’Arte della guerra alle autorità di Qi, Sun tornò sulle montagne e visse in solitudine.
Articolo inglese: A Tale of Two Generals, a Prophecy, and the Search for the ‘Art of War’