«Quello che è accaduto non ha precedenti e delinea una rottura dell’ordine internazionale degli ultimi 80 anni o, nella migliore delle ipotesi, una profonda increspatura, che impone una riflessione nella sede naturale del confronto politico. In vista degli imminenti vertici internazionali occorre profilare una posizione italiana che interrompa l’afonia del governo. Non possiamo dare una delega in bianco alla premier e al ministro degli Esteri. Inoltre, c’è un’intima contraddizione nel governo tra Salvini e Tajani. Per questo è urgente che Meloni riferisca in Aula». Lo dice il senatore Enrico Borghi in una intervista ad «Avvenire» sulla situazione internazionale e la guerra in Ucraina dopo la rottura tra Trump e Zelensky.
L’idea del vertice tra Ue, Stati Uniti e alleati lanciato da Meloni «intanto tradisce un grande imbarazzo della premier, spiazzata da Trump. E poi somiglia tanto a una formula magica con cui Meloni vorrebbe salvare la faccia, ma che è vuota da un punto di vista politico», risponde Borghi, che spiega: «Trump ritiene di poter arrivare a un’operazione da nuovo Congresso di Vienna con Russia e Cina. Su queste basi la proposta di Meloni è campata in aria». «Noi parteciperemo alla grande manifestazione lanciata da Michele Serra per l’Europa, noi abbiamo proposto la data del 15 marzo. Il momento è grave», aggiunge il capogruppo Iv, «dobbiamo puntare alla più grande rappresentanza possibile».