Continua la politica del pugno di ferro degli Stati Uniti nei confronti dei cartelli della droga. L’attacco dei militari americani di martedì che ha distrutto una nave proveniente dal Venezuela, accusata di trasportare narcotici illegali e in cui hanno perso la vita 11 persone, è probabilmente solo l’inizio di una serie di operazioni militari statunitensi di questo tipo. Nonostante i pochi dettagli emersi, a confermare la cosa è il ministro della Difesa statunitense Pete Hegseth: «questa è una missione estremamente seria per noi, e non finisce qui – ha dichiarato Hegseth a Fox – Chiunque traffichi in quelle acque e venga qualificato come narcoterrorista subirà lo stesso trattamento». Per i trafficanti di morte arrivano tempi duri.
Anche il ministro degli Esteri americano Marco Rubio ha confermato: «una guerra contro le organizzazioni narcoterroristiche». Donald Trump ha dichiarato che l’esercito statunitense aveva identificato i soggetti dell’attentato come membri dell’organizzazione criminale venezuelana Tren de Aragua, e ha poi aggiunto che sulla nave sono stati trovati «enormi quantitativi di droga che avrebbero ucciso molte persone» negli Stati Uniti. Rubio conferma la linea: «una nave piena di cocaina o fentanyl» rappresenta una minaccia grave e immediata per gli Stati Uniti, il che dà il diritto al Presidente di intraprendere adeguate contromisure.
Per Mary Ellen O’Connell, esperta di diritto internazionale presso l’Università di Notre Dame, l’operazione è una «violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale» e il fatto che l’attacco sia «avvenuto in alto mare è irrilevante. Ciò che conta è che gli Usa non avevano il diritto di uccidere intenzionalmente questi sospettati». In effetti colpisce l’operazione di tipo militare (e non di normale polizia) statunitense nei confronti di un natante sospettato di trasportare droga nei Caraibi: la procedura normale sarebbe il sequestro e l’arresto dell’equipaggio, ma questa ricorda le operazioni americane contro milizie terroristiche come al Qaeda.
Ma l’uso di una simile potenza di fuoco è reso necessario dall’emergenza droga, spiega l’amministrazione Trump: negli Stati Uniti ogni anno muoiono di overdose più di 100 mila persone, in gran parte uccise dal fentanyl, che molto spesso uccide dei non tossicodipendenti, perché viene usato dalle organizzazioni criminali per produrre medicinali contraffatti.
Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno schierato ben sette unità navali da guerra e un sottomarino d’assalto a propulsione nucleare, con oltre 4 mila 500 marinai e marines a bordo, proprio per mantenere la promessa fatta del presidente americano di sconfiggere una volta per tutte i cartelli della droga.
Un mese fa l’amministrazione Trump ha raddoppiato la taglia per informazioni che possano portare all’arresto di Nicolàs Maduro, con una ricompensa di ben 50 milioni di dollari. «L’unico a doversi preoccupare, afferma Hegseth, è proprio Maduro (anche alla luce dei suoi legami con la Cina), che è di fatto il «capo di uno Stato narco-terroristico».
Maria Corina Machado, presidente all’opposizione venezuelana – esclusa dalle elezioni presidenziali del 2024 ma tutt’ora figura di spicco – ha appoggiato l’operazione statunitense nei confronti di Tren de Aragua in un’intervista a Fox Noticias, definendo l’attacco «mirato a salvare vite» in Venezuela e negli Stati Uniti: «Dobbiamo essere grati che il presidente Donald Trump riconosca che Maduro altro non è che il capo di un regime narco-terroristico che ha distrutto il nostro Paese. E che rappresenta una vera minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti».
Le autorità venezuelane sostengono che Tren de Aragua non sia più attiva nel Paese dal 2023 e che il filmato che mostra l’imbarcazione di Tren de Aragua esplodere condiviso su Truth da Trump potrebbe essere stato creato con l’intelligenza artificiale. L’agenzia di stampa Reuters (spesso non molto tenera con Donald Trump) dichiara di aver condotto delle verifiche preliminari sul video per determinare se vi siano manipolazioni, e il video è risultato autentico.