I mercati azionari statunitensi hanno registrato un forte rialzo all’inizio della settimana di contrattazioni, dopo che gli investitori hanno accolto positivamente le notizie che suggerivano che il presidente Donald Trump potrebbe ridurre l’entità dei dazi reciproci previsti per il 2 aprile. Sebbene la Casa Bianca non abbia confermato né smentito che ci siano modifiche in arrivo, la speculazione ha spinto gli indici principali a registrare guadagni significativi. Il Dow Jones ha guadagnato circa 500 punti, pari all’1,3%, mentre il Nasdaq ha guadagnato oltre 350 punti, registrando un incremento del 2%. Anche l’indice S&P 500 è salito di circa 100 punti, pari a un aumento dell’1,6%.
Le rendite del Tesoro sono aumentate su tutta la linea, con il rendimento del decennale che ha superato il 4,32%. Bob Lang, fondatore di Explosive Options, ha sottolineato che i mercati si stanno adattando a una visione più ottimistica rispetto ai dazi. «I future azionari stanno salendo dopo che alcune buone notizie sui dazi (in particolare sul loro rinvio) hanno influenzato gli acquisti» ha detto Lang in una nota inviata a Epoch Times.
DAZI DI TRUMP E POSSIBILI MODIFICHE
Un funzionario della Casa Bianca ha dichiarato a Epoch Times che l’amministrazione potrebbe o meno imporre dazi settoriali il 2 aprile. Le dichiarazioni arrivano dopo che alcune fonti mediatiche hanno riportato che Trump starebbe valutando di escludere settori specifici dai dazi. Secondo The Wall Street Journal, Trump starebbe per modificare il piano iniziale, limitandolo a circa il 15% dei paesi con un persistente disavanzo commerciale nei confronti degli Stati Uniti.
Trump ha anche fatto sapere che potrebbe esserci «flessibilità» nei dazi reciproci, durante un incontro con i giornalisti il 21 marzo. «Tutti mi parlano di dazi, e molti mi chiedono se possono avere delle eccezioni» ha dichiarato, precisando che, se concessa ad alcuni, tale flessibilità dovrebbe essere applicata a tutti «Non cambio posizione. Ma la flessibilità è una parola importante».
Il 24 marzo, il presidente ha annunciato che qualsiasi Paese che acquisti petrolio greggio dal Venezuela dovrà affrontare un dazio aggiuntivo del 25% su qualsiasi commercio con gli Stati Uniti. Questo nuovo provvedimento è motivato dalla presunta intenzione del Venezuela di inviare criminali negli Stati Uniti, un’accusa che il governo venezuelano ha sempre respinto. «Il presidente Donald Trump ha annunciato oggi che gli Stati Uniti imporranno quello che è conosciuto come un dazio secondario sul Venezuela, per numerosi motivi, tra i quali il fatto che il Venezuela ha inviato intenzionalmente e ingannevolmente negli Stati Uniti, sotto copertura, decine di migliaia di criminali di alto livello, tra cui assassini e aggressori» ha scritto sui social media il 24 marzo.
EFFETTI ECONOMICI DEI DAZI
I dazi hanno un effetto ritardato, quindi i loro impatti non sono immediatamente visibili. Tuttavia, le prime stime suggeriscono che l’inflazione potrebbe seguire una traiettoria positiva. Il modello di previsione dell’inflazione della Federal Reserve di Cleveland indica che il tasso di inflazione annuale potrebbe rallentare del 2,5% a marzo, rispetto al 2,8% precedente. Anche l’inflazione, che esclude energia e alimenti, dovrebbe registrare un lieve calo dal 3,1 al 3%.
Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha dichiarato che la banca centrale sta monitorando con attenzione l’inflazione, ma ha minimizzato i timori di una recessione. Powell ha suggerito che l’inflazione causata dai dazi potrebbe essere «transitoria», indicando che, se dovesse verificarsi, potrebbe scomparire rapidamente senza interventi da parte della Fed. Tuttavia, i recenti aggiornamenti sulle proiezioni economiche della Fed hanno visto una revisione al ribasso della crescita del PIL per il 2024, passando dal 2,1% previsto a dicembre al 1,7% attuale.
In seguito alla riunione sulla politica monetaria della Fed di marzo, Trump ha esortato Powell a ridurre i tassi d’interesse per aiutare l’economia a gestire la transizione alimentata dai dazi, in vista di quello che ha definito «il giorno della liberazione», ovvero l’inizio dell’applicazione dei dazi reciproci.