In un suo intervento sul Sole 24 Ore il vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, scrive che «in Italia abbiamo una propensione al risparmio molto alta, che è un beneficio per le famiglie e una grande potenzialità per le imprese quando queste risorse vengono investite nell’economia reale. Il risparmio è la materia prima del Paese, insieme alla nostra capacità imprenditoriale. Secondo i dati della Banca d’Italia, gli italiani hanno circa 5.500 miliardi di ricchezza mobiliare investita in vario modo, azioni, obbligazioni, fondi di investimento, titoli di Stato».
«Di questi – continua il ministro –, circa 1.800 circa sono sui conti correnti. Una liquidità enorme che dobbiamo incentivare verso imprese, investimenti, innovazione, infrastrutture per rilanciare la nostra economia e far crescere la nostra prosperità. Un paio di settimane fa abbiamo presentato il “Piano Industriale per l’Italia e l’Europa” di Forza Italia. Contiene un capitolo dedicato alla finanza e al mercato dei capitali».
Secondo Tajani «nella Ue serve costruire il mercato unico dei capitali e completare l’unione bancaria. Creare le condizioni affinché il risparmio europeo, che è abbondante, non vada a finanziare altre economie ma resti in Europa e finanzi le nostre imprese. Per questo serve una infrastruttura di Borsa vicina ed efficiente, venture capital, fondi di investimento in equity, mercato assicurativo e casse e fondi pensione». A tal fine «proponiamo una tassazione agevolata per il risparmio paziente investito in equity italiano ed europeo ininterrottamente per cinque anni, fino a 250 mila euro procapite di investimento. Ugualmente riteniamo utile un ampliamento degli iscritti ai fondi pensione complementari, necessari in un Paese dall’inverno demografico, con fisco agevolato e quote minime di investimento in equity nazionale ed europeo legate al life cycle. Anche questo proporremo in Europa».
Il vicepremier non chiede di «stravolgere norme europee, ma solo di calibrarle meglio. Ci batteremo per questo a Bruxelles». Poi ritorna ancora una volta su un argomento che gli sta a cuore: «che la Borsa Italiana di Milano resti a supporto della economia italiana e milanese. Nel contesto che ho brevemente illustrato, Borsa Italiana è uno dei pilastri del nostro sistema economico e una delle più antiche borse valori al mondo, con origini che risalgono al 1808. Non si limita ad essere un luogo dove avvengono scambi finanziari, ma rappresenta un motore essenziale per lo sviluppo economico del Paese».
Va quindi assicurato che «anche nei prossimi anni Milano resti centrale, senza svuotamenti di funzioni. Suggeriamo di far di Milano l’hub europeo della quotazione di Pmi. In assenza di codici commerciali civili e finanziari unici europei, Euronext deve rimanere un gruppo di borse federate, come descritte nell’accordo del 2021, ed evitare spinte centralizzatrici, lontano dai territori di riferimento» conclude Tajani.