Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha pubblicato in un comunicato ufficiale l’intervista del ministro degli Esteri Antonio Tajani, condotta dal Corriere della Sera e relativa al «faccia a faccia» Trump-Putin previsto per il 15 agosto. Tajani sarebbe convinto che non si possa raggiungere un accordo senza far sedere Zelensky al tavolo delle trattative: «con una dichiarazione congiunta sottoscritta dall’Italia i capi di Stato e di governo della Ue hanno concordato che la pace non può essere decisa senza l’Ucraina. Noi sosteniamo l’iniziativa di Trump, è un primo passo positivo perché si arrivi alla pace». Ma per un «accordo» concreto, dice Tajani, al tavolo delle trattative dovrebbe esserci anche «Kiev».
Il ministro ha sottolineato che «l’Ue è e deve essere parte determinante delle trattative», anche perché ha inflitto «sanzioni alla Russia». La «pace non può essere una resa dell’Ucraina», questi i paletti fondamentali che sarebbero imposti dall’Ue.
Alla domanda su cosa stia facendo di concreto il Governo sul conflitto a Gaza, Tajani ha affermato: «Le stesse cose che di concreto sta facendo tutto il mondo. Chiedere a Netanyahu di fermarsi e ad Hamas di liberare gli ostaggi […] abbiamo inflitto sanzioni ai coloni della Cisgiordania, condannato l’uccisione dei giornalisti di Al Jazeera e sottoscritto poche ore fa un appello con altri 28 Paesi alle autorità di Israele, affinché venga garantito agli operatori umanitari e alle Ong di proseguire in sicurezza il loro impegno per la distribuzione di cibo».
Per Tajani, la posizione presa dal Governo sarebbe «chiarissima», sottolineando che quel che accade a Gaza è inaccettabile. «L’opposizione parla», dice il ministro, ma per noi parlano «i fatti: Insieme a Turchia, Emirati e Qatar siamo il Paese che ha accolto il maggior numero di malati da Gaza per assicurare loro le cure oltre a 350 tonnellate di farina», più 100 nei «prossimi giorni con l’Onu».
Sulla questione che l’Italia è restia a riconoscere la Palestina come Stato, Tajani ha replicato: «cosa hanno prodotto la Spagna e gli altri Paesi riconoscendo la Palestina? Blinken, ex ministro degli Esteri americano, ha detto che non è servito a niente». Il Governo non può «riconoscere uno Stato che non c’è». Oggi la Palestina «non esiste e non può essere Hamas a guidarla, ma l’Autorità nazionale palestinese», e per unificare due realtà con «visioni contrapposte» serve una missione delle «Nazioni Unite».
Per quanto riguarda invece i dazi americani, che l’Italia abbia «facilitato il dialogo tra Usa e Ue è un dato assodato», dice Tajani, «i risultati dei dazi li vedremo. Io non sono così pessimista».
Tajani ha sottolineato che i dazi non sono una cosa «positiva», ma se i dazi imposti ad altri Paesi sono più alti, il «prodotto italiano su mercato Usa diventa più competitivo». Grazie a una varietà merceologica che è «seconda solo alla Cina», secondo il ministro si potranno occupare nuovi spazi di mercato. «I dati dell’export sono molto incoraggianti, il primo semestre del 2025 segna +2,1% rispetto al 2024».