L’uso intensivo dei social media è associato a un aumento dei disturbi psichiatrici caratterizzati da deliri, come paranoia, narcisismo, disturbo dismorfofobico e anoressia. Secondo un nuovo studio della Simon Fraser University, le piattaforme online creano “circuiti di feedback” che rafforzano credenze distorte. «Questa analisi ha implicazioni rilevanti per la comprensione delle cause e dei sintomi delle malattie mentali e di come possano essere aggravate dalle piattaforme digitali» spiega Bernard Crespi, professore di scienze biologiche e titolare della cattedra di ricerca del Canada in genetica e psicologia evolutiva presso la Simon Fraser University.
DELIRI AMPLIFICATI
Pubblicata su BMC Psychiatry, la revisione sistematica di 155 studi e articoli scientifici ha analizzato la relazione tra social media e salute mentale. La ricerca ha individuato specifici disturbi deliranti che possono essere esacerbati dall’uso delle piattaforme digitali. Tra questi, il disturbo narcisistico della personalità, caratterizzato da un senso esagerato di superiorità; l’erotomania, ovvero la convinzione che una figura famosa sia innamorata di una persona; e il disturbo dismorfofobico, segnato da un’ossessiva attenzione ai difetti fisici percepiti. «I social media creano un ambiente in cui i deliri possono svilupparsi e persistere più facilmente, grazie alla presenza di meccanismi che alimentano le cause del disturbo e alla mancanza di un efficace controllo della realtà» spiega il professor Crespi.
RISCHI PER LE PERSONE VULNERABILI
Sebbene i social media possano favorire il senso di appartenenza e creare comunità di supporto, possono anche avere effetti negativi su individui vulnerabili ai disturbi mentali. Le interazioni online avvengono in un contesto isolato dalle relazioni sociali reali, consentendo agli utenti di mantenere un’immagine distorta di sé senza un confronto con la realtà. Lo studio sottolinea che molte piattaforme social offrono la possibilità di presentare una versione idealizzata di sé, contribuendo ad aggravare i deliri mentali e fisici.
L’assenza di un riscontro con la realtà nelle interazioni digitali può favorire l’intensificarsi di convinzioni deliranti, con conseguenze significative sulla salute mentale. Alcuni utenti possono sviluppare paranoia, sentendosi costantemente osservati a causa dei contenuti personalizzati forniti dagli algoritmi, rafforzando l’illusione di essere monitorati. Altri possono sviluppare erotomania, convincendosi che una persona di status superiore provi sentimenti romantici per loro in seguito a un’interazione online.
Alcuni studi hanno esplorato il legame tra narcisismo e social media, con risultati contrastanti. Un’analisi ha rilevato che, sebbene la presenza su Facebook non fosse direttamente correlata a livelli più elevati di narcisismo, gli utenti con tratti narcisistici trascorrono oltre tre ore al giorno sulla piattaforma e hanno oltre 300 amici, rispetto a chi utilizza Facebook per meno di un’ora e ha tra 151 e 300 amici. I risultati suggeriscono che, sebbene i social media non siano intrinsecamente dannosi, un uso eccessivo può amplificare determinati tratti psicologici.
I ricercatori hanno sottolineato che i social media tendono a rafforzare tendenze deliranti preesistenti piuttosto che esserne la causa principale. «Le persone con disturbi caratterizzati da una percezione distorta di sé, come narcisismo e paranoia, sono particolarmente vulnerabili agli effetti psicologici dei social media – spiega la dottoressa Sanam Hafeez, neuropsicologa e direttrice di Comprehend the Mind a New York – Le dinamiche delle piattaforme digitali e i circuiti di feedback rafforzano convinzioni distorte in individui con tendenze deliranti. Questa ricerca dimostra che i social media intensificano immagini di sé irrealistiche, compromettendo la capacità di percepire accuratamente la realtà».