La capitale della Bielorussia, Minsk, ha ospitato questa settimana un importante summit economico eurasiatico che ha riunito diversi leader regionali, tra cui il leader russo Putin. L’evento, organizzato dall’Unione economica eurasiatica, si è tenuto il 26 e 27 giugno. Fondata nel 2015, l’Uee riunisce Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Russia.
Tutti i capi di Stato membri hanno partecipato di persona, tranne il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, collegato in videoconferenza. Intervenendo alla sessione plenaria del 26 giugno, Putin ha dichiarato che l’Uee si è affermata come un’associazione di integrazione di successo, collocandosi tra i principali poli di sviluppo mondiale, organizzazione ufficialmente creata per garantire la libera circolazione di beni, servizi, capitali, lavoro e promuovere una politica economica unificata tra i cinque Paesi. Ferit Temur, esperto turco di questioni eurasiatiche, ha definito l’Uee un progetto geo-economico con cui la Russia intende preservare la propria centralità nell’ex spazio sovietico, in competizione con Cina, Unione Europea e Stati Uniti. Temur ha sottolineato l’importanza economica dei membri dell’Uee, ricchi di risorse energetiche, agricole e minerarie. L’interesse internazionale verso l’organizzazione è in crescita, come dimostrano gli accordi di cooperazione con Emirati Arabi Uniti e Mongolia e le manifestazioni di interesse di Cuba e Myanmar.
Putin ha affermato che gli scambi interni all’Unione economica eurasiatica hanno raggiunto i 97 miliardi di dollari l’anno, con il 93% delle transazioni effettuate in valute nazionali. Gli esperti interpretano questi dati come un segnale della rapida avanzata del processo di dedollarizzazione tra la Russia e i suoi principali partner commerciali. Tra i temi in agenda figuravano la cooperazione tecnologica, la sicurezza alimentare, l’aumento della produzione nazionale per ridurre la dipendenza dall’Occidente, la digitalizzazione delle procedure doganali e la riduzione dell’uso del dollaro nel commercio estero. Putin ha annunciato l’entrata in vigore, il mese scorso, di un accordo di libero scambio tra l’Uee e l’Iran, riferendo che la stabilizzazione del Medio Oriente e la fine del conflitto tra Israele e Iran aprono la strada a rapporti più stretti con i Paesi della regione.
Il 27 giugno i leader presenti hanno partecipato alla riunione del Consiglio economico eurasiatico supremo, massimo organo sovranazionale dell’Uee. Al palazzo presidenziale di Minsk, Putin è stato accolto dal presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, che ha definito l’incontro un’opportunità per discutere l’agenda internazionale con leader che condividono la stessa visione. Lukashenko ha osservato che gli sviluppi internazionali recenti sono stati intensi. I legami tra Russia e Bielorussia vanno oltre l’Uee. Dal 1999 i due Paesi sono uniti dal trattato dello “Stato dell’Unione”, che ha consolidato la cooperazione economica e militare. Putin ha visitato la Bielorussia 11 volte nel 2024. A dicembre aveva partecipato a Minsk a un incontro per il 25esimo anniversario del trattato. Gli esperti descrivono questa alleanza come la più solida nello spazio post-sovietico, caratterizzata da forte interdipendenza. Minsk ha sostenuto l’operazione militare russa in Ucraina, subendo sanzioni da parte dell’Occidente.
LA VARIABILE ARMENA
I rapporti tra Armenia e Russia si sono deteriorati negli ultimi anni, nonostante l’alleanza storica. Lo scorso anno Pashinyan ha sospeso la partecipazione dell’Armenia all’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva, alleanza militare guidata dalla Russia. A gennaio il parlamento armeno ha approvato una legge che potrebbe aprire la strada a una candidatura per l’Unione Europea. Ma il vice primo ministro russo, Alexey Overchuk, ha avvertito che l’adesione all’Ue è incompatibile con l’Uee.
La settimana scorsa Pashinyan ha annunciato che avrebbe partecipato al summit solo in videoconferenza. Il Cremlino ha definito la decisione «deplorevole», ricordando l’importanza dell’Armenia per l’Unione economica eurasiatica. Non sono state fornite spiegazioni ufficiali, ma Pashinyan aveva già dichiarato che non avrebbe visitato la Bielorussia finché Lukashenko fosse rimasto presidente, in segno di protesta per il sostegno di Minsk all’Azerbaigian, rivale storico dell’Armenia.
Secondo gli esperti l’assenza deriva dalle difficoltà interne di Pashinyan, che si prepara a elezioni parlamentari complesse nel 2026 e deve fronteggiare l’opposizione politica. Il 25 giugno le autorità armene hanno arrestato oltre dieci persone, tra cui un noto religioso cristiano, accusate di complottare contro il governo, in un contesto di crescente tensione con la Chiesa apostolica armena, che ne chiede le dimissioni. In queste condizioni, l’assenza al summit appare comprensibile.
Tra i membri dell’Uee esistono divergenze su questioni geopolitiche. Non tutti, ad esempio, sostengono la Russia nella guerra in Ucraina. La partecipazione a distanza di Pashinyan è stata interpretata dagli esperti come un segnale diplomatico a Mosca. Paesi come Kazakistan e Uzbekistan stanno intensificando i rapporti commerciali e diplomatici con Cina, Stati Uniti e Unione Europea, cosa non gradita a Mosca.