Scottature solari, il vero responsabile è l’Rna

di Redazione Eti/Rachel Ann T. Melegrito
5 Marzo 2025 19:12 Aggiornato: 5 Marzo 2025 19:12

Per anni si è creduto che il rossore e il dolore delle scottature solari fossero causati dal danno al Dna, conseguenza diretta di un’eccessiva esposizione al sole. Tuttavia, una recente ricerca ha ribaltato questa convinzione: il vero responsabile delle reazioni immediate della pelle, come infiammazione e morte cellulare, è il danno all’Rna. Questa scoperta, pubblicata a dicembre 2024 su Molecular Cell, ha modificato la comprensione degli effetti delle radiazioni ultraviolette sulla pelle.

«Le scottature solari danneggiano il Dna, causando infiammazione e morte cellulare. Questo è quanto si è sempre creduto. Ma in realtà, il nostro studio ha rivelato che il responsabile degli effetti immediati è il danno all’Rna» spiega Anna Constance Vind, professoressa all’Università di Copenaghen e coautrice dello studio.

A differenza del Dna, che custodisce informazioni genetiche permanenti, l’Rna ha una durata breve e viene utilizzato per funzioni specifiche. Tuttavia, il suo danneggiamento può avere effetti significativi. «Anche se l’Rna è più effimero del Dna, il suo danneggiamento non è trascurabile» spiega Hannah Kopelman, dermatologa presso la Boston University «l’Rna è fondamentale nella produzione delle proteine. Se danneggiato, può causare errori o bloccare la sintesi di proteine essenziali, compromettendo il funzionamento delle cellule». Queste alterazioni possono indebolire la barriera cutanea e accelerare l’invecchiamento della pelle, favorendo la comparsa di rughe e perdita di elasticità.

IL MECCANISMO DELLA SCOTTATURA SOLARE

Il corpo dispone di meccanismi di difesa per rispondere ai danni cellulari causati dai raggi Uv. Tra questi, un ruolo chiave è svolto dalla proteina ZAK-alfa, che rileva il danno all’Rna e attiva una risposta di emergenza che porta a infiammazione e morte cellulare.

Per studiare il fenomeno, i ricercatori dell’Università di Copenaghen e della Nanyang Technological University di Singapore hanno esposto alle radiazioni Uv cellule cutanee umane e di topo, nonché topi vivi con e senza ZAK-alfa.

I risultati hanno mostrato che la proteina ZAK-alfa rileva il danno all’Rna e innesca la risposta infiammatoria in poche ore. I sintomi includono ispessimento cutaneo, dolore, prurito e vesciche. Nei topi con la proteina attiva, la pelle si ispessiva oltre tre volte di più rispetto ai soggetti senza ZAK-alfa, entro 24-48 ore dall’esposizione.

L’Rna VIENE DANNEGGIATO SUBITO, IL Dna DOPO 24 ORE

Lo studio ha dimostrato che una singola esposizione ai raggi Uv danneggia sia Rna che Dna. Il danno all’Rna si manifesta subito, mentre quello al Dna diventa evidente dopo 24 ore. Le radiazioni Uv alterano il Dna provocando rotture e legami anomali tra le basi azotate, portando a errori di replicazione e aumentando il rischio di mutazioni e tumori cutanei.

«L’esposizione cronica ai raggi Uv accumula danni al Dna, favorendo mutazioni nei geni che regolano la crescita cellulare» spiegato la dermatologa Kopelman «Questo processo può contribuire allo sviluppo di tumori cutanei, come il melanoma».

Alcuni studi suggeriscono che il danno all’Rna potrebbe anche indirettamente compromettere il Dna, alterando processi cellulari critici.

PREVENZIONE E INNOVAZIONE NEI TRATTAMENTI

I trattamenti per le scottature solari si concentrano principalmente sul sollievo dai sintomi, senza agire direttamente sulla riparazione del danno al Dna. La convinzione che il Dna fosse l’unico responsabile delle reazioni cutanee ha portato all’inserimento di ingredienti per la riparazione genetica in alcuni prodotti cosmetici.

«Alcuni prodotti per la cura della pelle contengono enzimi riparatori del Dna, come la fotoliasi estratta dal plancton, che aiuta a correggere i danni causati dai raggi Uv», ha spiegato la dermatologa Kopelman. Questi enzimi potrebbero ridurre la formazione di lesioni nel Dna e diminuire il rischio di tumori cutanei.

Sebbene il corpo possieda sistemi di riparazione del Dna, questi non sono infallibili. Un danno non riparato correttamente può portare a mutazioni e malattie della pelle. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di evitare l’esposizione solare nelle ore più calde, indossare indumenti protettivi e utilizzare creme solari a spettro ampio per ridurre il rischio di tumori cutanei.

L’evoluzione della ricerca sui danni Uv suggerisce che un approccio combinato, basato su prevenzione e innovazione nei trattamenti, potrebbe essere la strategia più efficace per proteggere la pelle dagli effetti nocivi dell’esposizione solare.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

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