Rutte: dobbiamo quadruplicare la difesa aerea della Nato

di redazione eti/Guy Birchall
10 Giugno 2025 11:25 Aggiornato: 10 Giugno 2025 11:25

Il segretario generale della Nato Mark Rutte, nel suo prossimo discorso a Londra, intende sollecitare la necessità di un incremento significativo delle difese aeree e missilistiche dell’Alleanza, proponendo un aumento del 400 per cento. Durante il discorso al think tank internazionale Chatham House, Rutte, in carica dal ottobre 2024, sosterrà come un rafforzamento di tale portata sia necessario per garantire una deterrenza e una difesa credibili. Secondo gli estratti del discorso diffusi anticipatamente dalla Nato, Rutte evidenzierà come «la Russia continuando a infliggere terrore dall’alto in Ucraina, renda indispensabile rafforzare lo scudo che protegge i cieli dell’Alleanza». Secondo il segretario generale, la minaccia non svanirà con la fine del conflitto in Ucraina (quando sarà finito).

Per questo Rutte richiederà «un incremento del 400 per cento nelle difese aeree e missilistiche». E non solo: gli eserciti della Nato necessitano anche di «migliaia di veicoli blindati e carri armati in più, milioni di proiettili d’artiglieria aggiuntivi, e un raddoppio delle capacità logistiche e di supporto, quali approvvigionamento, trasporto e assistenza medica».

Durante la visita a Londra, Rutte incontrerà il primo ministro britannico Keir Starmer. Il viaggio precede il vertice dei capi di Stato e di governo della Nato, previsto entro la fine del mese nei Paesi Bassi. Il segretario ha già lanciato un appello ai Paesi membri affinché portino la spesa per la difesa al 3,5 per cento del Pil, destinando inoltre un ulteriore 1,5 per cento alle infrastrutture di sicurezza. Una richiesta che era stata già avviata agli Stati membri dal presidente statunitense, Donald Trump, per raggiungere una spesa militare pari al 5 per cento del Pil, superiore all’attuale soglia del 2 per cento fissata dall’Alleanza. Secondo gli ultimi dati disponibili, la Polonia è la più vicina all’obiettivo, con una spesa pari al 4,12 per cento del Pil. Mentre diverse nazioni, tra cui Spagna, Italia e Canada, per ora non hanno ancora raggiunto nemmeno il minimo “obbligatorio” del 2 per cento.

L’approvazione di maggiori investimenti nella difesa ha incontrato opinioni differenti anche tra gli stessi membri. Alcuni Paesi dell’Europa orientale spingono per un’accelerazione nei tempi per raggiungere gli obiettivi di spesa, mentre altri, più distanti dal confine russo, chiedono una tempistica più prudente, considerati i vincoli economici e produttivi.

Di parere invece controverso è il Cremlino, che ha definito le proposte di Rutte un pretesto per drenare risorse economiche dai contribuenti dei Paesi Nato. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato all’agenzia russa Tass che «i cittadini europei spenderanno i propri soldi per contrastare una minaccia che, a loro dire, proverrebbe dalla Russia, ma si tratta di una minaccia inesistente […] Se i governi europei e membri dell’Alleanza intendono agire così nei confronti dei propri contribuenti, è una loro scelta».


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