Regionali, 23 e 24 novembre è il turno di Campania, Puglia e Veneto

di Roberta Chiarello
15 Ottobre 2025 11:17 Aggiornato: 15 Ottobre 2025 16:06

Nel day after delle elezioni regionali in Toscana si pensa già ai prossimi (e ultimi) appuntamenti elettorali del 2025. Il 23 e 24 novembre saranno chiamati alle urne i cittadini di Campania, Puglia e Veneto. Una partita tanto importante per il centrosinistra, che spera di poter consolidare il campo largo aggiudicandosi la guida di nuove Regioni, quanto combattuta per la maggioranza di Governo, che punta a intensificare la propria presenza nel Mezzogiorno e ristabilire gli equilibri di potere in Nord Italia senza troppi scossoni interni.

Per la Campania, il candidato di centrosinistra è Roberto Fico, ex presidente della Camera e figura di punta del Movimento 5 Stelle. Sostenuto da Elly Schlein e Giuseppe Conte, ha incassato il via libera del governatore uscente Vincenzo De Luca – che non potrà ricandidarsi per un terzo mandato, dopo la bocciatura della legge regionale da parte della Consulta. Edmondo Cirielli, viceministro agli Affari esteri e coordinatore dell’Esecutivo di Fratelli d’Italia, è il competitor proposto dal centrodestra.

In Puglia, il campo progressista punta su Antonio Decaro (Partito Democratico), ex sindaco di Bari e europarlamentare, che alle ultime Europee ha collezionato consensi record. La destra sceglie Luigi Lobuono, ex presidente della Fiera del Levante, già sceso in campo nel 2004 per la corsa a sindaco del capoluogo pugliese e sconfitto da Michele Emiliano.

Il Veneto si prepara a dire addio, dopo tre mandati consecutivi e 15 anni di governo, a Luca Zaia, che non sarà ricandidabile. Al suo posto proveranno a subentrare Alberto Stefani, giovane deputato, vicesegretario della Lega e ex sindaco di Borgoricco, e Giovanni Manildo (Pd), già primo cittadino di Treviso.

Il percorso per il centro destra sembra tutt’altro che in discesa. Solo lo scorso 8 ottobre, infatti, i partiti della maggioranza di governo sono riusciti a trovare una quadra sulle proprie candidature per le Regionali di novembre. Nel tanto atteso vertice a Palazzo Chigi, il risiko sui nomi dei tre possibili presidenti di Campania, Puglia e Veneto ha rivelato tensioni nella maggioranza, tra conti in sospeso e poste in gioco. A partire dal peso politico di Fratelli d’Italia nelle regioni del Nord, dove Giorgia Meloni intende farsi spazio per arginare l’influenza della Lega.
Per questo, il dibattito sul nome del candidato per il Veneto è diventato, nelle ultime settimane, un vero e proprio affaire, gestito da Salvini e Meloni a colpi di post e dichiarazioni alla stampa. La partita si è chiusa con un accordo, che per alcuni potrebbe somigliare più a uno scambio: via libera al giovanissimo vicesegretario di via Bellerio, Alberto Stefani – lasciando quindi (di nuovo) il Veneto nelle mani della Lega – a patto però che Fratelli d’Italia abbia campo libero alle Regionali in Lombardia del 2028.

I partiti guardano al futuro, e si portano avanti come pedine sul grande scacchiere di Palazzo Chigi. Che si tratti di opposizione o maggioranza, una cosa è certa: per tutti le regionali 2025 sono il primo vero test elettorale in attesa della prossima, cruciale sfida. Le politiche del 2027.


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