Vladimir Putin ha approvato un nuovo piano strategico navale della durata di 25 anni, con l’obiettivo di ristabilire il ruolo della Russia tra le grandi potenze marittime. Lo ha reso noto Nikolai Patrushev, consigliere di alto livello del Cremlino.
Il documento strategico definisce i requisiti fondamentali per la futura composizione operativa della flotta russa e ne delinea i compiti principali sia in tempo di pace che di guerra. In un’intervista rilasciata al quotidiano Argumenty i Fakti, Patrushev ha spiegato che la strategia intende definire in modo chiaro il profilo della potenza navale russa necessario a garantire la difesa degli interessi nazionali nello scenario marittimo mondiale. Secondo Patrushev, l’adozione del documento conferma che la costruzione di una flotta moderna ed efficiente rimane una priorità strategica per Mosca. Si tratta della prima iniziativa di pianificazione navale di questo tipo nell’epoca contemporanea.
La strategia fornisce un’analisi del contesto militare e politico internazionale, individua possibili aree di tensione futura e confronta le capacità delle principali flotte mondiali. Contiene inoltre una valutazione dello stato attuale della marina russa, anche alla luce dell’esperienza maturata con la cosiddetta «operazione militare speciale» in Ucraina. Nel corso del conflitto, la marina russa ha subito perdite rilevanti, in particolare nel Mar Nero. La flotta del Mar Nero, basata in Crimea — annessa da Mosca nel 2014 a seguito di un referendum contestato — è stata frequentemente colpita. La principale forza navale russa resta tuttavia la Flotta del Nord, dislocata a Severomorsk, nei pressi del Mar di Barents.
La nuova strategia prevede anche lo sviluppo di tecnologie avanzate che consentano di superare le capacità delle flotte straniere. Secondo quanto dichiarato da Patrushev all’agenzia russa Tass, sarà necessario progettare e costruire unità navali con caratteristiche tecnico-tattiche superiori a quelle degli avversari. In quest’ottica, il piano promuove lo sviluppo di tecnologie innovative, tra cui l’ampliamento dei sistemi robotici marittimi di produzione nazionale.
Nonostante le perdite, dal punto di vista del “tonnellaggio”, la Russia è tuttora considerata la terza potenza marittima al mondo, dietro Stati Uniti e Cina. Secondo fonti aperte, la marina russa conta circa 160 mila militari attivi e oltre 220 navi da guerra operative. Dispone inoltre di numerosi sottomarini, alcuni a propulsione nucleare e dotati di missili balistici. Dall’inizio della guerra, Mosca ha incrementato la spesa per la difesa fino a livelli paragonabili a quelli dell’epoca sovietica.