Video: Reuters
I manifestanti anticorruzione in Nepal hanno sfidato un coprifuoco a tempo indeterminato martedì 9 settembre, organizzando cortei e gridando slogan contro il primo ministro K.P. Sharma Oli, il giorno dopo la morte di 19 persone durante le violente proteste scatenate dal blocco dei social. Il governo di Oli ha revocato il divieto sui social dopo che le manifestazioni sono degenerate: la polizia ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma causando 19 morti e oltre 100 feriti. Ma la rabbia verso l’esecutivo non accenna a diminuire: martedì i manifestanti si sono radunati davanti al parlamento e in altri punti della capitale Kathmandu. Gli organizzatori definiscono le proteste come «manifestazioni della Gen Z», spinte dalla frustrazione dei giovani per l’inerzia del governo nella lotta alla corruzione e nella creazione di opportunità economiche. Oli, 73 anni, è al suo quarto mandato da primo ministro, incarico assunto a luglio dello scorso anno. È il 14° capo di governo del Nepal dalla fine della monarchia, nel 2008. Due membri del suo governo si sono dimessi lunedì sera, dichiarando di non voler continuare a ricoprire il ruolo «per ragioni morali».