Politico: stallo sulle garanzie di sicurezza e incertezza tra gli alleati occidentali

di Agenzia Nova
20 Agosto 2025 11:42 Aggiornato: 20 Agosto 2025 11:42

Restano profonde divergenze tra gli alleati occidentali sul tipo di garanzie di sicurezza da offrire all’Ucraina in vista di un eventuale cessate il fuoco con la Russia. Lo riferisce l’edizione europea del portale Politico. Nonostante le pressioni del presidente statunitense Donald Trump e l’apertura a protezioni «simili all’articolo 5 della Nato» – la posizione avanzata dall’Italia – non sono stati definiti né il perimetro né le modalità di attuazione di tali garanzie. Durante l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader europei di lunedì 18 agosto, Trump ha escluso l’invio di truppe statunitensi in Ucraina, lasciando l’onere agli alleati europei. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato l’impegno a lavorare a una «forza di rassicurazione» da schierare in caso di cessazione delle ostilità.

Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato di una missione congiunta con Regno Unito, Germania e Turchia, ma i dettagli restano vaghi. Fonti europee riferiscono che gli scenari ipotizzati prevedono un possibile mandato di combattimento per le truppe occidentali, senza però attribuire loro il compito di far rispettare la pace: la responsabilità militare resterebbe alle Forze armate ucraine. Secondo fonti diplomatiche dell’Ue, l’intero impianto rischia di restare teorico, anche per via delle debolezze politiche ed economiche di alcuni paesi chiave. La Germania ha segnalato la mancanza di personale e capacità operative per un impegno in Ucraina, mentre la Polonia – pur disponendo della forza militare più numerosa dell’Ue – ha escluso l’invio di truppe, citando la necessità di difendere il proprio territorio. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso scetticismo sull’opportunità di dispiegare militari, sottolineando i rischi di escalation diretta con la Russia. «Se uno dei nostri militari dovesse morire, dovremmo reagire?», avrebbe detto, evocando il rischio di attivazione della clausola imposta dal Trattato atlantico.

Intanto la Federazione Russa ha ribadito la propria contrarietà a qualsiasi presenza della Nato in Ucraina. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, infatti, si tratterebbe di una «provocazione con potenziali conseguenze incontrollabili». A Kiev cresce il timore che le nuove promesse si rivelino vuote come il Memorandum di Budapest del 1994 – che garantiva la sicurezza dell’Ucraina in cambio della sua rinuncia alle armi nucleari -, un documento che, tuttavia, non ha impedito l’aggressione russa. Secondo Politico, per ora la «Coalizione dei volenterosi» guidata da Francia e Regno Unito resta priva di un piano condiviso, mentre il conflitto continua senza segnali di tregua.


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