La tensione tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il miliardario Elon Musk, culminata in un acceso scontro pubblico, sarebbe il frutto di mesi di pressioni intense per entrambi. A dichiararlo è Errol Musk, padre del fondatore di Tesla e SpaceX, in un’intervista rilasciata lunedì a Reuters.
Musk ha definito il progetto di legge su tasse e spesa pubblica promosso da Trump una «schifosa aberrazione», suscitando la reazione del presidente. Interpellato sulla possibilità che il figlio abbia commesso un errore nel confrontarsi pubblicamente con Trump, Errol Musk ha commentato: «In momenti di grande tensione, non sempre si riesce a ragionare con la dovuta lucidità». Parlando a margine di una conferenza a Mosca, organizzata da magnati russi di orientamento conservatore, ha aggiunto: «Hanno affrontato cinque mesi di stress intenso. Ora che gli ostacoli sono stati superati e sono rimasti solo loro due nell’arena, si stanno affrontando per eliminarsi a vicenda. Ma non devono farlo», ha chiosato Musk senior. Alla domanda su come si risolverà la situazione, Errol Musk si è mostrato ottimista: «Si concluderà in modo positivo, e molto presto».
Sabato, il presidente Trump ha dichiarato che il rapporto con Musk è ormai compromesso, e ha persino avvertito l’ormai ex amico che ci saranno «conseguenze gravi» qualora l’uomo più ricco al mondo decidesse di finanziare i democratici americani. Musk ha dato un notevole contributo finanziario alla campagna presidenziale di Trump nel 2024.
Errol Musk ha difeso il figlio, sottolineando la coerenza dei suoi principi, ma ha anche riconosciuto i limiti della rigidità in un contesto pragmatico: «Elon rimane fedele ai suoi valori, ma nel mondo reale non si può sempre essere intransigenti. A volte bisogna trovare un compromesso». Intervenendo accanto a Konstantin Malofeyev, uomo d’affari russo soggetto a sanzioni, Errol Musk ha tessuto le lodi di Vladimir Putin, descrivendolo come «un uomo molto stabile e piacevole». Ha poi accusato i mass media occidentali di diffondere notizie assurde sulla Russia, dipingendola ingiustamente come un nemico.