Musk attacca di nuovo i repubblicani e preannuncia il suo nuovo partito

di Joseph Lord/Giovanni Donato
1 Luglio 2025 10:39 Aggiornato: 2 Luglio 2025 7:38

Elon Musk ha annunciato ieri che sfiderà alle primarie ogni parlamentare repubblicano che voterà a favore del One Big Beautiful Bill, il mega-disegno di legge finanziaria necessario ad attuare il programma elettorale di Donald Trump.
«Chi ha promesso di tagliare la spesa pubblica e poi sostiene il maggiore aumento del debito nella Storia dovrebbe vergognarsi», ha scritto Musk sul suo X, promettendo che i parlamentari repubblicani che voteranno a favore «perderanno le primarie l’anno prossimo, a qualunque costo».
Le dichiarazioni di Musk giungono mentre il Senato si appresta ad approvare la propria versione della legge, rispettando la scadenza del 4 luglio richiesta da Trump. I leader repubblicani alla Camera hanno indicato che il voto potrebbe tenersi già il 2 luglio, in caso di via libera al Senato. Il sostegno alla proposta, tuttavia, rimane incerto in entrambe le Camere.

Le parole di Musk segnano un’ulteriore, e gravissima, escalation nella frattura con Donald Trump e il partito repubblicano, emersa pubblicamente il 5 giugno dopo settimane di tensioni sulla mega-legge repubblicana. Musk dà in sostanza dei bugiardi a Trump e ai parlamentari repubblicani, perché a suo dire non vorrebbero tagliare la spesa pubblica. I giorni del Doge non potrebbero essere più lontani.

Sempre nella giornata di ieri, 30 giugno, Musk ha rilanciato l’idea di fondare un proprio partito politico: «La spesa sconsiderata di questa legge, che innalza il tetto del debito di 5 mila miliardi di dollari, dimostra che viviamo in un Paese dominato da un partito unico, quello della spesa sfrenata», ha scritto su X, sottolineando la necessità di «un nuovo partito che metta al centro i cittadini». In un altro messaggio, ha aggiunto: «Se questa legge scellerata sarà approvata, il Partito dell’America nascerà il giorno successivo. Il Paese ha bisogno di un’alternativa al sistema democratico-repubblicano, per dare vera voce al popolo».

Secondo stime aggiornate del Congressional Budget Office, diffuse il 27 giugno, la legge di bilancio accrescerebbe il deficit di circa 3,25 mila miliardi di dollari. Il presidente della Camera, Mike Johnson, e gli alleati di Trump sostengono che queste proiezioni si fondino su una previsione di crescita economica troppo bassa. Le critiche più recenti di Musk si concentrano sulla clausola del Senato che innalzerebbe il tetto del debito di 5 mila miliardi di dollari, un punto contestato anche dal senatore Rand Paul, che ha dichiarato di voler votare contro proprio per questa ragione.

Il 29 giugno, il proprietario di Tesla aveva inoltre criticato le modifiche della legge ai crediti per la cosiddetta “energia pulita”, che verrebbero eliminati rapidamente. A suo avviso, questo potrebbe avvantaggiare avversari strategici degli Stati Uniti, come la Cina: «Si sta commettendo un grave errore strategico, danneggiando il settore delle batterie e del solare, che esporrà l’America a vulnerabilità future» è l’allarme lanciato da Musk.

In Cina, Tesla ha una Gigafactory a Shanghai che è il suo principale sito produttivo al di fuori degli Stati Uniti. Quella di Shanghai è stata la prima fabbrica di Tesla a raggiungere una produzione di due milioni di veicoli e, nel 2021, ha superato la fabbrica di Fremont, in California, come principale sito produttivo della Casa automobilistica di Elon Musk.
Tesla ha anche aperto una seconda fabbrica in Cina, a Shanghai, dove produce i “Megapack”, ossia sistemi di batterie su larga scala, con l’obiettivo di servire sia il mercato interno che l’esportazione.


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