Messaggio dall’Arabia Saudita: Netanyahu è un criminale sanguinario e l’attuale situazione è colpa sua

di Redazione ETI/Epoch Israele
16 Agosto 2025 11:29 Aggiornato: 16 Agosto 2025 16:48

L’ex capo dell’intelligence saudita, il principe Turki al-Faisal, vicino al principe ereditario Mohammed bin Salman, ha affermato che l’Arabia Saudita non può normalizzare le sue relazioni con un «criminale di guerra ossessionato dal genocidio», riferendosi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

In un’intervista alla rete americana Cnn, in risposta a una domanda sulla normalizzazione dei rapporti con Israele, Al-Faisal ha affermato: «Come ci si può aspettare che l’Arabia Saudita normalizzi i rapporti con un tale criminale o con una persona ossessionata dal genocidio? […] Non c’è modo che l’Arabia Saudita normalizzi i suoi rapporti con Israele nella situazione attuale». Il principe Turki al-Faisal ha poi aggiunto: «L’Arabia Saudita, la Francia e altri Paesi hanno proposto un piano per porre fine ai combattimenti a Gaza e procedere verso la fine delle ostilità tra Israele e i suoi vicini […] C’è una lunga storia di sforzi sauditi per la pace, e la normalizzazione non verrà prima di tutto questo. Come è noto, l’iniziativa di pace araba si basa sulle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il diritto internazionale deve rispettare i suoi principi su queste questioni, non può essere trascurato e riconoscere una ricompensa a uno squilibrato assassino come Netanyahu».

Al-Faisal ha osservato che la proposta presentata dall’Arabia Saudita e dalla Francia durante la conferenza sulla soluzione dei “due Stati” tenutasi a New York alla fine del mese scorso include un piano dettagliato per l’istituzione di un’autorità governativa a Gaza, che consentirebbe all’Autorità Nazionale Palestinese di fornire tutti i servizi governativi, ripristinare la vita civile, promuovere la ricostruzione della Striscia e dare alla gente speranza per il futuro.

Riguardo alle recenti dichiarazioni di Netanyahu sul “Grande Israele”, al-Fitzel ha affermato: «Netanyahu ora parla di una sorta di visione biblica di Israele, e non lo nasconde: mostra persino le mappe che lo estendono da un fiume all’altro, dal Nilo all’Eufrate. Quali sono le sue ambizioni? A quello che dice la proposta di normalizzazione? Oppure intende occupare i territori sauditi, siriani, libanesi e iracheni, oltre alla Palestina e all’Egitto? Lui è proprio una persona del genere».

I commenti di Al-Faisal – tutt’altro che teneri nei confronti di Netanyahu – fanno riferimento alle dichiarazioni rilasciate da Netanyahu stesso martedì scorso, quando il primo ministro israeliano ha affermato di sentirsi «in missione spirituale sulla via del “Grande Stato di Israele”», dichiarazioni che – come è facile immaginare, considerando anche quello che sta accadendo a Gaza – hanno scatenato una violenta ondata di indignazione e attacchi non solo in tutto il mondo arabo, ma anche a livello internazionale.

Va notato che il principe saudita erede al trono, Mohammad bin Salman Al Sa’ud, occasionalmente utilizza Al-Faisal per trasmettere messaggi a Israele e ai Paesi occidentali attraverso interviste concesse a Testate straniere. In passato, l’Arabia Saudita ha ribadito in diverse occasioni che non procederà con il processo di normalizzazione prima di aver stabilito un percorso chiaro che porti a una soluzione definitiva al conflitto palestinese, basata sulla creazione di uno Stato palestinese entro i confini del 1967 con Gerusalemme come capitale. Ma Gerusalemme – e non Tel Aviv, come è noto – è considerata dagli israeliani la vera capitale di Israele.