«Ancor prima del Liberation day del 2 aprile, ancor prima dell’insediamento di Trump, ancor prima della trattativa intorno ai dazi del 30 per cento, Giorgia Meloni aveva attivato con gli Stati Uniti la modalità ‘zerbino a tutto gas’. Oggi la prima pagina del ‘Sole 24 ore’ ci racconta di come nei primi sei mesi del 2025 gli acquisti di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti siano di fatto raddoppiati: su 124 carichi, il 45 per cento viene dagli Stati Uniti. Si tratta di 56 navi, quasi raddoppiate rispetto alle 31 dello stesso periodo dell’anno scorso. Nel pezzo, purtroppo, non si fa riferimento al costo di questi acquisti. Ma il dato è agghiacciante: va bene diversificare le fonti di approvvigionamento, ma è inutile parlare di diversificazione, o blaterare di autonomia energetica, quando poi si va a guardare principalmente a un solo Paese, acquistandone gas liquefatto a condizioni economiche peggiori rispetto al gas via tubo».
Lo comunicano, in una nota, i parlamentari del Movimento cinque stelle delle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato.Gli esponenti del M5s proseguono: «E ciò che più conta è che tutto questo avveniva prima e subito dopo l’insediamento di Trump, a cui Meloni ha offerto addirittura in via preventiva ricchi premi e cotillon, ben in anticipo rispetto alla trattativa sui dazi con l’Unione europea. Per non parlare dell’ultima fornitura di Gnl americano annunciata dall’Eni nei giorni scorsi, su cui abbiamo presentato un’interrogazione al Senato. Ebbene, tutto questo in cambio di cosa? Oggi lo sappiamo: in cambio di un rischio da 38 miliardi di minor export italiano, di 200mila posti di lavoro in meno e di una minor crescita di quasi un punto di Prodotto interno lordo. Sovranisti d’accatto».