Un consumo elevato di xilitolo, uno dei sostituti dello zucchero più diffusi, aumenta il rischio di infarto, ictus e altre patologie cardiovascolari. A segnalarlo è uno studio della Cleveland Clinic pubblicato sull’European Heart Journal.
Lo xilitolo è un alcol zuccherino naturale, simile per aspetto e gusto allo zucchero, ma con un apporto calorico inferiore. Non incidendo sui livelli glicemici, viene spesso raccomandato ai pazienti diabetici come alternativa sicura. È presente in piccole quantità in alimenti come prugne, fragole, cavolfiori e zucche, e trova largo impiego anche nei prodotti per l’igiene orale, come i dentifrici, grazie alla sua efficacia nel prevenire la carie. Nelle dosi comunemente utilizzate, è considerato sicuro.
Tuttavia, quando impiegato in quantità maggiori per dolcificare caramelle, gomme da masticare o prodotti da forno, lo xilitolo potrebbe comportare dei rischi. «Questo studio evidenzia l’urgenza di approfondire gli effetti degli alcoli zuccherini e dei dolcificanti artificiali, soprattutto considerando che il loro uso è spesso raccomandato per contrastare condizioni come obesità e diabete», spiega il dottor Stanley Hazen, direttore del dipartimento di scienze cardiovascolari e metaboliche del Lerner Research Institute della Cleveland Clinic e autore principale della ricerca.
Attualmente, dolcificanti come lo xilitolo sono suggeriti da diverse linee guida internazionali, incluse quelle dell’American Heart Association e di enti sanitari di Regno Unito, Canada e Australia, per la gestione di patologie cardiometaboliche. Ma secondo i ricercatori, potrebbero proprio favorire la formazione di coaguli di sangue nei soggetti a cui sono destinati, come i diabetici, gli obesi e chi soffre di disturbi cardiovascolari. Lo studio, di tipo osservazionale, non stabilisce un rapporto diretto di causa-effetto, ma gli autori sottolineano la necessità di ulteriori approfondimenti.
UN ECCESSO DI XILITOLO PUÒ CAUSARE COAGULI E ICTUS
La ricerca ha analizzato oltre 3.000 pazienti tra Stati Uniti ed Europa, molti dei quali affetti da ipertensione, malattie cardiache pregresse o diabete. I risultati hanno mostrato che livelli elevati di xilitolo nel sangue sono associati a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari nei tre anni successivi. In particolare, un terzo dei pazienti con le concentrazioni più alte di xilitolo nel plasma presentava una probabilità significativamente superiore di subire un infarto o un ictus.
Secondo gli studiosi, lo xilitolo favorisce l’attivazione delle piastrine, aumentando la tendenza alla coagulazione del sangue e dunque il rischio di trombosi. Una seconda fase dello studio ha confermato questo meccanismo: le piastrine di chi ha assunto bevande dolcificate con xilitolo risultano più propense a formare coaguli rispetto a quelle di chi ha consumato bevande dolcificate con glucosio.
«Non significa che dobbiamo eliminare il dentifricio contenente xilitolo, ma è importante sapere che il consumo di prodotti con alte concentrazioni di questa sostanza potrebbe accrescere il rischio di eventi legati alla formazione di coaguli», ha precisato il dottor Hazen.
IL DIABETE ACCRESCE ALTRI RISCHI
I pazienti diabetici sono già esposti a un rischio maggiore di sviluppare ipertensione, arteriosclerosi, coronaropatie e ictus. La Heart and Stroke Foundation of Canada rileva come le persone con diabete tendano a manifestare malattie cardiovascolari in età più precoce e abbiano un rischio triplicato di morte per cause cardiache.
Mantenere sotto controllo la glicemia è essenziale, ma altrettanto fondamentale è adottare uno stile di vita sano, che includa attività fisica regolare, controllo del peso, astensione dal fumo, gestione dello stress e una dieta equilibrata, basata principalmente su proteine nobili, grassi sani e una ridotta assunzione di carboidrati. La stessa fondazione consiglia, inoltre, di ridurre l’assunzione di alimenti ultra-processati, spesso ricchi di dolcificanti.
Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.