In un contesto regionale segnato da crescenti tensioni, in particolare nei rapporti con Israele, il parlamento iraniano ha approvato una nuova legge che rafforza in modo significativo il quadro normativo in materia di sicurezza nazionale. Il provvedimento, composto da nove articoli, introduce pene più severe per una vasta gamma di attività considerate minacce alla stabilità interna, ampliando in maniera sostanziale la definizione di reati legati al tradimento e alla cooperazione con Stati nemici.
Secondo quanto riportato dai media statali, la nuova normativa considera ogni attività di intelligence, spionaggio o operazioni a favore di Israele o di altri paesi ostili come “diffusione della corruzione nel Paese”, un reato di particolare gravità nel diritto penale islamico, che può comportare la pena capitale in base all’articolo 286 del codice penale. La legge non si limita alle attività di spionaggio in senso stretto. Comprende anche forme di sostegno militare, economico, tecnologico o finanziario a soggetti ritenuti ostili, configurando tali atti come punibili con la pena di morte. Viene inoltre ampliato l’ambito dei reati legati all’uso di tecnologie avanzate, tra cui droni, robot e strumenti informatici, in operazioni di sabotaggio o attacchi informatici, con pene detentive severe e confisca dei beni coinvolti.
Una particolare attenzione è riservata all’uso di canali di comunicazione non autorizzati, come i servizi satellitari (tra cui Starlink), la cui utilizzazione per scopi ritenuti lesivi della sicurezza nazionale comporterà sanzioni penali. Anche la trasmissione di contenuti giudicati «falsi o dannosi per l’ordine pubblico» a media stranieri potrà comportare lunghi periodi di detenzione, mentre per i dipendenti pubblici è prevista la possibilità di rimozione dall’incarico. La normativa stabilisce inoltre che l’accettazione di fondi o beni provenienti da servizi di intelligence stranieri costituisce reato a prescindere dall’effettiva esecuzione di azioni ostili. Il processo per i reati contemplati dalla legge sarà affidato a tribunali speciali della Corte rivoluzionaria islamica, con procedimenti prioritari e tempi accelerati, «al di fuori del procedimento ordinario».