L’ex dittatore cinese Jiang Zemin dovrebbe farsi i fatti suoi e non immischiarsi in quelli dell’attuale leadership: più o meno è stato questo il messaggio che il Quotidiano del Popolo, portavoce del Partito Comunista Cinese (Pcc), ha scritto in un editoriale il 10 agosto. Jiang non è stato nominato direttamente, ma il linguaggio era ricco di metafore, modi di dire e possibili riferimenti indiretti.
Da qui si è scatenato un acceso dibattito sui media cinesi. Inoltre c’è da precisare che spesso, in Cina, i leader di alto livello si servono di alcuni articoli per mandare dei messaggi velati.
Ecco un riepilogo di com’è stato interpretato il presunto avvertimento a Jiang Zemin, con alcuni riferimenti in codice, dal parallelismo con i leader stranieri come George W. Bush e Tony Blair, alla ‘combinazione di colpi da boxe’ sferrati da Xi Jinping.
QUOTIDIANO DEL POPOLO SU WECHAT
Il Quotidiano del Popolo ha accompagnato il suo editoriale con due articoli su WeChat, che hanno spiegato come vanno in pensione i quadri anziani di Partito, facendo un confronto con i leader stranieri. Probabilmente avevano una funzione didattica.
Il primo articolo ha parlato di Deng Xiaoping. L’ex leader, noto per aver avviato le riforme negli anni 80, sosteneva che la «priorità numero uno» dei quadri anziani del Partito era di «scegliere con cura un buon successore». Deng sosteneva che se fosse terminato il ciclo di sostituzione di «anziani e malati» con i giovani, il Partito e la Nazione si sarebbero avviati verso la morte.
Il secondo articolo elencava sei leader stranieri – George W. Bush e Bill Clinton, Tony Blair, l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, l’ex presidente della Nigeria Olusegun Obasanjo e l’ex primo ministro giapponese Naoto Kan – e valutava le loro carriere post-mandato, parlando per esempio di come si fossero messi in affari e avessero aderito a organizzazioni internazionali o scritto libri.
È vero che Obasanjo e Kan sono poi tornati in politica, il primo con più successo rispetto al secondo. Ma nessuno dei due ha tentato di interferire con le politiche dei loro successori.
BEIJING NEWS SU WECHAT
Il quotidiano gestito dal governo municipale di Pechino, ha pubblicato un articolo riguardante le buone abitudini che predicavano o praticavano gli ex leader del Pcc. Ha poi proseguito spiegando l’influenza delle ‘grandi tigri’ – i funzionari di alto rango che vengono presi di mira per corruzione – durante il mandato oppure dopo il loro ritiro. L’articolo è parso denso di significato, soprattutto considerando i numerosi riferimenti ai personaggi politici scelti e notando come gli esempi negativi fossero riferiti ai fedeli di Jiang Zemin.
Deng Xiaoping
I leader di Partito non dovrebbero restare in carica «all’infinito»: ecco il pensiero di Deng espresso durante un discorso pronunciato il 18 agosto 1980, a una riunione dell’Ufficio politico del Comitato centrale del Pcc.
Deng aveva sollevato anche il concetto di «pensionamento completo» – intendendo l’abbandono di tutti gli incarichi a conclusione del mandato – e aveva detto che avrebbe personalmente «stabilito un esempio di sistema di pensionamento» (anche se poi non lo ha fatto).
Wan Li
Sul giornale si parla anche di Wan Li, un anziano quadro dell’era rivoluzionaria che in passato aveva rivestito il ruolo di vice primo ministro. Ecco ciò che ha detto il figlio maggiore Wan Bao, al Beijing News: «Quando mio padre si è dimesso, si è dimesso completamente, senza interferire con le decisioni delle autorità centrali. Mio padre una volta mi disse: “Dopo le dimissioni, il miglior modo per sostenere i leader del governo centrale è quello di non fare domande, non farsi coinvolgere in niente e non causare alcun problema”. Pertanto, aveva stabilito tre regole per se stesso – non tenere alcuna carica onoraria, non partecipare al taglio del nastro nelle cerimonie e non fare dediche o scrivere prefazioni nei libri».
Zhu Rongji
Dopo essersi dimesso da primo ministro nel 2003, Zhu Rongji disse che non avrebbe più parlato di questioni connesse al lavoro, perché «coloro che non hanno alcun incarico politico non dovrebbero occuparsi di politica».
Zhou Yongkang
L’ex zar della sicurezza, recentemente purgato e condannato all’ergastolo, aveva piazzato diversi suoi collaboratori di fiducia nella PetroChina, dove ha lavorato per 32 anni. Stesso giochino anche nella provincia meridionale del Sichuan, dove è stato segretario provinciale del Partito dal 1999 al 2002.
Jiang Jiemin
Jiang, ex dirigente di alto rango nel settore petrolifero cinese e uno dei protetti di Zhou Yongkang, durante la sua permanenza alla PetroChina ha aiutato altri funzionari ad arricchirsi illegalmente.
Li Chuncheng
Per ordine di Zhou Yongkang, Li ha abusato delle sue cariche di sindaco e di segretario comunale del Partito nella città di Chengdu, capitale del Sichuan, per arricchire se stesso e altri funzionari.
MINGJING NEWS
Secondo Zhang Lifan, politologo di Pechino, la gerontocrazia – il governo costituito da un gruppo di anziani – si è rivelato un problema da quando Deng Xiaoping era al potere.
«Un articolo del genere non viene pubblicato senza motivo. Credo che faccia parte della combinazione di colpi da boxe che ha sferrato Xi [Jinping, ndt]… un’indicazione per le persone che le lotte politiche interne, che sono state avviate dalla campagna contro la corruzione, non sono giunte al termine», ha detto al Mingjing News.
«Per quanto riguarda come la faccenda si svilupperà, quello che più mi preoccupa è la reazione dell’esercito», ha concluso Zhang.
Il Mingjing ha regolarmente riportato notizie di scandali e pettegolezzi politici, incluse fughe di notizie dall’interno della Cina, e si ritiene che venga usato dalle fazioni interne al Partito per pubblicare informazioni di loro interesse.
RADIO FREE ASIA
Secondo Chen Pokong, analista politico e di attualità, l’editoriale del Quotidiano del Popolo contro Jiang Zemin fa parte di un trio di articoli sullo stesso tema.
In un editoriale su Radio Free Asia, Chen ha sostenuto che un articolo del 30 luglio, pubblicato sulla rivista cinese di economia Caixin, avesse trattato la caduta dell’ex generale dell’esercito Guo Boxiong lasciando vivamente intendere che Guo e Xu Caihou, un altro generale epurato, fossero «gli uomini del presidente Jiang».
Il 5 agosto il Paper, nuovo sito web cinese d’informazione, ha dato risalto a un lungo saggio sui principali leader di Partito che frequentavano le rive di Beidaihe, dove ogni anno si svolge un incontro per discutere d’importanti questioni politiche. L’articolo non fa riferimento a Jiang chiamandolo per nome, ma allude a lui come al «leader della terza generazione», un atto che Chen interpreta come un tentativo di eliminare l’ex leader cinese dalla storia del Partito, marcandolo come un obiettivo da «abbattere».
Caixin è un media noto per essere «subordinato» a Wang Qishan, capo dell’agenzia anti-corruzione e uomo fidato di Xi, e riflette spesso il suo intento, mentre, secondo Chen Pokong, il Paper è stato istituito da Xi Jinping e trasmette le sue «ordinanze».
Chen sostiene anche che l’attuale situazione di lotta all’interno del Partito, alla fine non beneficerà nessuna fazione.
«Quando ci sarà davvero un cambiamento della situazione, le cose potrebbero non andare come previsto», ha concluso Chen.
Per saperne di più:
Articolo in inglese: ‘Documenting the Fallout of the People’s Daily’s Editorial Against Jiang Zemin‘