Se il Partito Comunista Cinese non esistesse, la Storia riconoscerebbe solo due forme di conflitto: la guerra calda e la guerra fredda. Nel corso dei secoli, entrambi i tipi di guerra, pur con le loro differenze, hanno generalmente rispettato confini e regole, come quelli sanciti dalle convenzioni di Ginevra e di Vienna. Sebbene imperfetti, questi strumenti riflettono un comune sforzo umano per limitare gli eccessi della guerra.
Con l’ascesa del Pcc, tuttavia, è emersa una terza forma di conflitto: la guerra senza restrizioni. Questo approccio, rompendo ogni barriera tradizionale, ha come unico obiettivo la distruzione totale dell’avversario, attraverso qualsiasi mezzo disponibile. Nel 1999, due ufficiali dell’Esercito Popolare di Liberazione, Qiao Liang e Wang Xiangsui, hanno pubblicato il libro “Guerra senza restrizioni”, che per la prima volta ha definito e analizzato questo concetto.
La loro definizione di “senza restrizioni” è inquietante: «Il termine “senza restrizioni” si riferisce al superamento di ogni limite considerato o percepito come tale – fisico, mentale o tecnologico – indipendentemente dal fatto che si parli di confini, regole, leggi, estremi o persino tabù», secondo una traduzione del testo originale cinese. In altre parole, la guerra senza restrizioni del Pcc non si limita a smantellare le regole convenzionali del conflitto, ma erode anche i pilastri etici e morali che sostengono la società civile, con l’obiettivo ultimo di annientare il nemico. Sebbene il termine sia stato coniato ufficialmente solo nel 1999, il Pcc ha adottato questo approccio sin dalla sua fondazione, distinguendosi come l’unico attore storico a implementarlo sistematicamente in tutti i campi.
“SUPER SPIA” COME STRUMENTO USA E GETTA
Sebbene l’Unione Sovietica sia stata uno dei primi mentori del Pcc, non è stata l’ideatrice della guerra senza restrizioni, e le pratiche di spionaggio del regime cinese si distinguono nettamente. Un esempio emblematico è il caso di Larry Wu-Tai Chin, che nel 1985 ha sconvolto i Servizi segreti americani. Chin, traduttore e analista della Cia con accesso a documenti top secret, per oltre tre decenni ha passato informazioni altamente sensibili alla Cina. Le sue attività di spionaggio erano iniziate durante la guerra di Corea negli anni ’50, quando forniva dati sui campi di prigionia, e si erano protratte fino agli anni ’70, permettendo a Pechino di anticipare e rispondere strategicamente alle principali iniziative diplomatiche degli Stati Uniti, come l’apertura storica del presidente Richard Nixon verso la Cina. Come “super spia” al servizio del Pcc, Chin probabilmente credeva che il Partito avrebbe riconosciuto e ricompensato la sua fedeltà. Ma dopo il suo arresto, il Pcc ha negato ogni legame con lui, trattandolo come un “bene fungibile”.
Chin aveva un conto corrente a Hong Kong con circa 100 mila dollari, guadagnati vendendo informazioni; ma una volta catturato dagli Stati Uniti, il Pcc immediatamente congelò il conto. Tre mesi dopo l’arresto, forse rendendosi conto dell’abbandono totale da parte del Partito, Chin è stato trovato morto nella sua cella, (forse) per suicidio. Nessun negoziato, nessun riconoscimento per gli agenti catturati: questo è l’approccio del Pcc allo spionaggio, che non conosce confini, regole o compromessi.
LA GUERRA DEL FENTANIL: NEGOZIATI COME MERA TATTICA DIVERSIVA
La guerra del fentanil condotta dal Pcc contro gli Stati Uniti è un altro esempio lampante. L’amministrazione Trump ha cercato di spingere Pechino al tavolo dei negoziati imponendo dazi, sperando di risolvere la questione attraverso il dialogo. Ma il Pcc ha preferito sopportare i dazi piuttosto che assumersi qualsiasi responsabilità per la crisi del fentanil negli Stati Uniti, dimostrando ancora una volta la mentalità della guerra senza restrizioni.
Il 16 aprile 2024, il Comitato ristretto della Camera sul Pcc ha pubblicato un articolo secondo cui il regime cinese incoraggia il commercio illegale di precursori del fentanil offrendo sgravi fiscali e altre sovvenzioni ai produttori cinesi. «Con le sue azioni, come rivela il nostro articolo, il Partito comunista cinese ci sta dicendo che vuole più fentanil nel nostro Paese», ha dichiarato l’allora deputato Mike Gallagher, repubblicano del Wisconsin e presidente del comitato. «Vuole il caos e la devastazione causati dall’epidemia».
Più di recente, il 6 giugno, il direttore dell’Fbi Kash Patel, intervenendo nel podcast di Joe Rogan, ha sostenuto che il Pcc non esporta fentanil per profitto, ma come arma di guerra: «A mio avviso, il Pcc lo utilizza come strategia mirata perché noi siamo il loro avversario. Il loro obiettivo a lungo termine è indebolire gli Stati Uniti, il loro principale rivale», ha affermato Patel. Nel 2024, il fentanil ha causato circa 48 mila 422 morti negli Stati Uniti, secondo i dati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Il confronto con il Pcc rappresenta una guerra asimmetrica e invisibile, difficile da contrastare con mezzi equivalenti, poiché il Pcc viola costantemente ogni regola. Ad esempio, sebbene gli Stati Uniti possano imporre controlli sulle esportazioni di alcuni precursori del fentanil, i produttori che operano per il Pcc spesso aggiungono molecole “mascheranti” per eludere i controlli. In sostanza, non si tratta di un traffico di droga motivato dal profitto, ma di una guerra senza restrizioni condotta da un regime che mira alla distruzione degli Stati Uniti. E le politiche convenzionali di controllo della droga risultano inadeguate per fermarla.
I cosiddetti negoziati del Pcc non sono altro che tattiche dilatorie, concepite per ingannare gli avversari e consumarne tempo ed energie, intrappolandoli in procedure diplomatiche interminabili. Questo concede al Pcc più tempo per continuare a esportare droghe e preparare altre azioni distruttive. Storicamente, i negoziati con il Pcc non hanno mai affrontato le questioni di fondo.
Ad esempio, i colloqui a sei sul programma nucleare nordcoreano hanno portato a un aumento delle armi nucleari e a missili a lunga gittata. Allo stesso modo, la fase uno dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina durante il primo mandato di Trump non ha risolto i problemi strutturali. Al contrario, questi negoziati sono spesso serviti come facciata per la strategia di guerra senza restrizioni del Pcc.
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