Israele sta valutando l’annessione della Cisgiordania, in risposta al riconoscimento dello Stato palestinese da parte della Francia e di altri Paesi. Questo secondo tre funzionari israeliani citati da Reuters. L’estensione della sovranità israeliana alla Cisgiordania – annessione de facto dei territori conquistati nella guerra dei Sei Giorni del 1967 – figura all’ordine del giorno della riunione del Gabinetto di sicurezza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, di domenica sera e destinata a concentrarsi principalmente sulla guerra a Gaza, secondo fonti governative di Reuters.
Non è chiaro dove esattamente verrebbe applicata una simile misura – se solo negli insediamenti israeliani oppure in aree specifiche della Cisgiordania come la Valle del Giordano – né in quali tempi, e se alle discussioni seguiranno passi concreti, che probabilmente comporterebbero un lungo iter legislativo.
Inoltre, qualsiasi passo verso l’annessione della Cisgiordania susciterebbe verosimilmente una condanna generalizzata da parte dei palestinesi – che rivendicano quel territorio per il loro progetto di Stato indipendente – nonché dei Paesi arabi e occidentali. E non è chiaro nemmeno quale sia la posizione del presidente statunitense sulla questione.
Il precedente impegno di Netanyahu di annettere gli insediamenti ebraici e la Valle del Giordano era stato accantonato nel 2020 a favore della normalizzazione dei rapporti con gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, nell’ambito degli Accordi di Abramo mediati da Trump durante il suo primo mandato. Gli Stati Uniti hanno dichiarato venerdì che non consentiranno ad Abbas di recarsi a New York per l’assemblea delle Nazioni Unite, dove diversi alleati statunitensi intendono riconoscere la Palestina come Stato.
Israele è ormai sommerso dalle critiche, che piovono da ogni parte del mondo, per la gestione della guerra a Gaza, ma è a sua volta irritato dalle promesse di Francia, Gran Bretagna, Australia e Canada di riconoscere formalmente lo Stato palestinese in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre. La Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite ha affermato nel 2024 che l’occupazione israeliana dei territori palestinesi – Cisgiordania inclusa – e gli insediamenti ivi presenti sono illegali, chiedendone il ritiro immediato. Israele risponde dicendo che i territori non siano tecnicamente “occupati”, perché si trovano su terre contese, ma resta il fatto che le Nazioni Unite e gran parte della comunità internazionale li considerano territorio occupato. Le annessioni di Gerusalemme Est e delle Alture del Golan, avvenute decenni fa, non hanno ottenuto riconoscimento internazionale. Membri della coalizione di governo di Netanyahu invocano da anni l’annessione formale di parti della Cisgiordania, territori cui Israele attribuisce legami biblici e storici.