«La Siria si trova a un bivio critico: devono prevalere la pace e il dialogo – e devono prevalere ora». Lo ha dichiarato l’ambasciatore statunitense in Turchia e inviato speciale per la Siria, Tom Barrack, commentando la recente tregua raggiunta nella provincia meridionale di Suwayda, epicentro di un’ondata di violenza senza precedenti tra gruppi armati drusi, forze governative e milizie tribali. In un post pubblicato sul suo profilo X ufficiale, Barrack ha affermato che «la decisione del presidente Trump di revocare le sanzioni è stata un passo di principio, che offre al popolo siriano la possibilità di andare oltre anni di sofferenze e atrocità inimmaginabili». Secondo il diplomatico, «la comunità internazionale si è in gran parte schierata dietro il nascente governo siriano, osservando con cauto ottimismo mentre cerca di passare da un’eredità di dolore a un futuro di speranza». Tuttavia, ha ammonito l’inviato speciale, «questa fragile ambizione è ora offuscata da un profondo shock, poiché atti brutali da parte delle fazioni in guerra minano l’autorità del governo e distruggono ogni parvenza di ordine».
Barrack ha quindi rivolto un appello a tutte le parti coinvolte affinché «debbano immediatamente deporre le armi, cessare le ostilità e abbandonare i cicli di vendetta tribale».Sempre nella giornata di ieri, Barrack ha preso parte a un incontro trilaterale ad Amman con il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi e il capo della diplomazia siriana Asaad al Shaibani per discutere l’attuazione della tregua. Nel comunicato diffuso successivamente dall’ambasciata Usa si legge che «Safadi e Barrack hanno riaffermato il pieno sostegno al cessate il fuoco e agli sforzi del governo siriano per attuarlo», sottolineando «la solidarietà totale di Giordania e Stati Uniti con la Siria, la sua sicurezza, stabilità, sovranità, integrità territoriale e la protezione dei suoi cittadini». I tre rappresentanti hanno concordato una serie di «passi concreti per sostenere la Siria», tra cui «il consolidamento della tregua, il dispiegamento delle forze di sicurezza siriane a Suwayda, il rilascio dei detenuti da tutte le parti, la promozione della riconciliazione comunitaria, il rafforzamento della pace civile e la facilitazione dell’arrivo degli aiuti umanitari».
Inoltre, hanno espresso sostegno alla volontà del governo siriano «di perseguire i responsabili delle violenze contro i civili».Parallelamente, l’ambasciatore statunitense ha incontrato a nordest il comandante generale delle Forze democratiche siriane (Sdf), Mazloum Abdi, con cui ha discusso «misure urgenti per ristabilire la calma e l’integrazione di tutte le componenti all’interno di una Siria unificata». Durante il colloquio, Barrack ha espresso gratitudine per «la leadership del generale Mazloum e per il continuo impegno delle Sdf nella lotta contro l’Isis». «La Siria ha ora una possibilità concreta di costruire un futuro pacifico, prospero, inclusivo e stabile per tutti i suoi cittadini – ha concluso Barrack – ma questo dipende dalla capacità delle sue fazioni e dei suoi alleati internazionali di mettere fine alla logica della forza e restituire centralità al processo politico».