In Olanda il governo cade sull’immigrazione

di Redazione ETI/Reuters
4 Giugno 2025 17:22 Aggiornato: 4 Giugno 2025 17:22

La caduta del governo olandese, in seguito al ritiro del sostegno da parte di Geert Wilders, leader del Partito per la Libertà, rappresenta l’ennesima vicenda in una democrazia fortemente frammentata. Wilders ha motivato l’uscita dalla coalizione con il mancato sostegno degli altri membri al suo piano per bloccare l’arrivo di richiedenti asilo, espellere rifugiati siriani e chiudere i centri di accoglienza. Tra le proposte figuravano anche il rimpatrio di migranti condannati per reati gravi e un rafforzamento dei controlli alle frontiere.

La questione migratoria rappresenta da anni una linea di frattura nella politica olandese. Anche il precedente governo, guidato dall’attuale segretario generale della Nato, Mark Rutte, era caduto per l’impossibilità di raggiungere un’intesa sulla gestione dei flussi migratori.

«Avevo chiesto ai partner di governo di sottoscrivere il piano, ma ha rifiutato. A quel punto non avevo alternative», ha dichiarato. Wilders ha confermato l’intenzione di candidarsi alle prossime elezioni, con l’obiettivo di diventare primo ministro. «Mi ero impegnato per le politiche più rigide in materia di asilo, non per assistere al declino del Paese».

Il primo ministro Dick Schoof, figura indipendente e tecnocratica, ha definito la scelta di Wilders «irresponsabile», respingendo le accuse. Le forze di coalizione hanno affermato di non aver mai negato l’appoggio, precisando di essere in attesa delle proposte da parte del ministro alla migrazione nominato dallo stesso partito. I ministri del partito di Wilders lasceranno l’esecutivo, che proseguirà l’attività in regime di ordinaria amministrazione fino al voto. La consultazione non si terrà prima di ottobre e potrebbe slittare anche a novembre.

L’interruzione della legislatura comporta il rinvio di decisioni strategiche, tra cui l’aumento delle spese per la difesa. Inoltre, i Paesi Bassi ospiteranno il vertice della Nato di questo mese con un governo dimissionario.

Secondo Joep van Lit, politologo dell’università Radboud di Nimega, le elezioni potrebbero tenersi tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Tuttavia, l’attuale frammentazione del panorama politico potrebbe rendere complessa e lunga la formazione di un nuovo governo. Resta da comprendere se gli elettori di destra considereranno l’interruzione della legislatura un fallimento di Wilders, oppure se gli attribuiranno il merito della coerenza, rafforzandone il mandato.

 


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