Il regime cinese sfida l’America sul nucleare iraniano

di Redazione ETI/Jeffrey A. Tucker
17 Marzo 2025 19:30 Aggiornato: 17 Marzo 2025 19:30

Diplomatici di Cina, Iran e Russia si sono incontrati a Pechino il 14 marzo scorso per discutere dello sviluppo nucleare iraniano, chiedendo all’Occidente di revocare tutte le sanzioni contro Teheran. Gli analisti vedono i colloqui di Pechino come una mossa strategica dei tre Paesi per sfidare e mettere sotto pressione la democrazia occidentale guidata dagli Stati Uniti.

L’incontro è stato ospitato dai viceministri degli Esteri Ma Zhaoxu, Ryabkov Sergey Alexeevich  e Kazem Gharibabadi. In una dichiarazione congiunta dopo il meeting, i tre Stati hanno chiesto di «porre fine a tutte le sanzioni illegali» contro l’Iran e di rilanciare i negoziati multinazionali sulla questione nucleare iraniana.

«I tre Paesi hanno ribadito che l’impegno politico e diplomatico, insieme al dialogo basato sul principio del rispetto reciproco, resta l’unica opzione valida». Anche il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha partecipato all’incontro e, senza nominare gli Usa, ha esortato «le altre parti coinvolte a mostrare sincerità politica e tornare al tavolo dei negoziati al più presto».

Il rapido sviluppo del programma nucleare iraniano ha suscitato timori a Israele e Stati Uniti, che temono un’escalation del conflitto in Medio Oriente e una grave minaccia alla pace. Trump ha imposto nuove sanzioni all’Iran a febbraio, nell’ambito della sua campagna di «massima pressione» per «fermare l’arma nucleare e contrastare l’influenza dell’Iran all’estero». Il Presidente ha aggiunto inoltre di credere ancora in un possibile nuovo accordo.

La dichiarazione congiunta con Russia e Iran mostra che il regime cinese «non sta più tenendo un basso profilo, ma sfida l’ordine mondiale e la presenza americana in Medio Oriente», ha detto Sun Kuo-hsiang, professore di affari internazionali all’Università Nanhua di Taiwan. L’incontro di Pechino è un mezzo strategico per fare pressione sugli Stati Uniti, ha aggiunto. Il fatto che i tre Paesi si siano riuniti in Cina segnala una sfida comune all’ordine internazionale guidato dagli Usa, secondo Sun. «Il regime cinese vuole dominare e avere voce in capitolo sulle questioni internazionali. Questo aumenta la pressione sugli Stati Uniti».

Intanto, Pechino sente il peso della guerra commerciale con gli Usa.

La questione principale dei colloqui sul tema nucleare è se l’Iran continuerà a sviluppare armi atomiche, ha spiegato a Ming-shih, direttore della divisione di ricerca sulla sicurezza nazionale presso l’Istituto per la Difesa e la Sicurezza di Taiwan. «L’Iran è arrivato a quasi il 90% di arricchimento dell’uranio e presto potrà produrre armi nucleari», ha detto. «Per Usa e Israele è inaccettabile».

Secondo Shen, il punto non è se gli Usa parteciperanno ai negoziati multinazionali, ma se «l’Iran può garantire di non sviluppare armi nucleari o aprire i suoi impianti all’Agenzia Atomica delle Nazioni Unite e al mondo esterno per ispezioni e controlli di sicurezza». Lo scenario peggiore è che «l’Iran sviluppi segretamente armi nucleari. Se ci riuscisse, potrebbe sconvolgere la sicurezza dell’intero Medio Oriente, soprattutto in un contesto come quello del conflitto tra Israele e Hamas».

La probabilità che gli Usa revochino le sanzioni a breve è «bassissima», ha detto Sun. «Gli Stati Uniti ritengono che l’Iran non sia stata completamente sincera nel voler rilanciare l’accordo nucleare» ha aggiunto. «Anche se i negoziati ripartissero, la situazione è complicata e poco promettente». Anche con la Cina attiva nei colloqui, senza gli Usa, i principali artefici delle sanzioni, i negoziati difficilmente porteranno risultati concreti.

PRESSIONE CONGIUNTA SUGLI STATI UNITI

Quando Pechino ha annunciato i colloqui il 12 marzo, Cina, Iran e Russia hanno tenuto diverse esercitazioni navali in Medio Oriente. La Cina continua a comprare petrolio grezzo dall’Iran nonostante le sanzioni occidentali, mentre la Russia si affida all’Iran per droni militari e altre armi nella guerra con l’Ucraina.

L’incontro nucleare di Pechino è un modo per i tre Paesi di fare pressione su Washington, secondo Shen. «Il regime cinese e la Russia non vogliono affrontare gli Stati Uniti da soli» ha detto. «Ora, sul problema dello sviluppo nucleare iraniano che preoccupa gli Stati Uniti, prendono una posizione comune per metterli in difficoltà. Essere anti-americani o creare problemi agli Usa è nell’interesse sia della Cina che della Russia, ecco perché l’America cerca di dividerle».

Intanto, Trump tenta di ricucire i rapporti con la Russia, per evitare di spingerla ancora di più verso Pechino. Il ministro degli Esteri Marco Rubio ha detto che l’amministrazione vede «incredibili opportunità» in una partnership geopolitica con i russi su questioni di interesse comune, che «speriamo portino a ottimi risultati e migliorino i rapporti a lungo termine».

 

 

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