Il Partito comunista cinese sta potenziando le proprie operazioni per controllare il clima, anche con la creazione di percorsi universitari dedicati alla modifica del tempo atmosferico. Recentemente, un gruppo di scienziati cinesi ha reso noti i risultati di un esperimento condotto nella regione arida dello Xinjiang, nell’ovest del Paese. Utilizzando una flotta di droni per l’inseminazione delle nuvole, gli scienziati hanno incrementato le precipitazioni di oltre il 4% su un’area di circa 8 mila chilometri quadrati in una sola giornata. Secondo quanto riportato dai ricercatori, un solo chilogrammo di ioduro d’argento ha generato oltre 70 mila metri cubi di pioggia aggiuntiva, una quantità sufficiente a riempire trenta piscine olimpioniche.
L’esperimento, supervisionato da Li Bin dell’Amministrazione meteorologica cinese, è stato condotto dal Laboratorio di fisica delle nuvole e modifica del tempo di Pechino. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista in lingua cinese Meteorologia del deserto e delle oasi. Esperimenti analoghi sono stati condotti anche nelle province di Guizhou, Shanghai, Gansu e Sichuan.
Ma i dati relativi all’esperimento nello Xinjiang non hanno ricevuto conferme indipendenti da parte di Testate giornalistiche occidentali di rilievo o da istituzioni scientifiche internazionali. La copertura mediatica si limita a organi di propaganda vicini al Pcc e a pochi aggregatori di notizie minori, tutti riconducibili alla stessa fonte. Sebbene i risultati dell’esperimento nello Xinjiang non siano stati verificati, i dettagli tecnici dell’inseminazione delle nuvole risultano scientificamente plausibili.
È noto che la Cina gestisca quello che si ritiene essere il più vasto programma di modifica del tempo al mondo. Un progetto che coinvolge 37 mila persone, che utilizzano razzi e proiettili di artiglieria caricati con ioduro d’argento per stimolare le precipitazioni. Dal 2012, secondo l’agenzia di stampa Xinhua, Pechino ha investito oltre 1 miliardo 340 milioni di dollari in queste attività. Oltre agli esperimenti, il governo cinese sostiene di aver utilizzato con successo la modifica del tempo in occasioni concrete. Ad esempio: prima delle Olimpiadi del 2008, le nuvole furono inseminate per ridurre lo smog e prevenire piogge. Tecniche simili vengono impiegate regolarmente per garantire cieli sereni durante importanti riunioni politiche nella capitale, combinando l’inseminazione delle nuvole con la chiusura temporanea delle fabbriche. I funzionari cinesi sottolineano anche significativi benefici agricoli, soprattutto nel nord-est del Paese, dove le operazioni di controllo del clima avrebbero aumentato le precipitazioni medie annuali del 27% e incrementato la produzione di grano di circa 14 mila tonnellate attraverso piogge artificiali mirate e la prevenzione della grandine durante le stagioni di crescita.
Il servizio meteorologico cinese rivendica inoltre successi in ambito ambientale e nella gestione delle emergenze. Secondo le autorità, gli sforzi di ripristino ecologico coprono ormai quasi tre quarti delle principali zone ecologiche nazionali, tra cui Sanjiangyuan e i monti Qilian, oltre a circa la metà dei grandi e medi bacini idrici. I dati satellitari citati dalle autorità cinesi indicano un aumento della copertura vegetale a Sanjiangyuan, un’espansione di 371 chilometri quadrati del lago Qinghai e una continua riduzione della desertificazione nei monti Qilian.
I dipartimenti meteorologici attribuiscono alla modifica del tempo il merito di aver fornito “piogge tempestive” e “acqua salvavita” durante siccità, ondate di calore estremo e incendi boschivi. La Cina ha sviluppato un’infrastruttura accademica strutturata per sostenere le sue ambizioni di controllo del clima. Nel dicembre 2024 è stato inaugurato il primo Istituto di modifica del tempo presso l’Università di tecnologia dell’informazione di Chengdu, nella provincia del Sichuan. Questo istituto offre il primo corso di laurea triennale in tecnologia ed ingegneria meteorologica con specializzazione in modifica del tempo, accogliendo 80 studenti nella sua prima classe. Il programma di studi comprende fisica meteorologica, fisica delle precipitazioni nuvolose e big data meteorologici abbinati all’intelligenza artificiale. Oltre a questo istituto, l’ecosistema di ricerca include università di prestigio come l’Università Tsinghua, che dal 2016 svolge un ruolo chiave nel Progetto Fiume Celeste.
In collaborazione con l’Università di Qinghai e gli uffici meteorologici provinciali, il progetto mira a sviluppare sistemi di gestione dell’acqua atmosferica su larga scala. Lo sforzo accademico è ulteriormente sostenuto da una rete nazionale di nove istituti di ricerca meteorologica, tra cui l’Accademia cinese delle scienze meteorologiche, e otto centri specializzati in meteorologia urbana, desertica e d’altopiano, che costituiscono una solida base per la formazione di futuri esperti in modifica del tempo.
I funzionari del Pcc affermano che il programma di modifica del tempo ha l’obiettivo di favorire l’adattamento climatico, la sicurezza alimentare nazionale, la protezione ambientale e lo sviluppo socioeconomico. Tuttavia, non mancano preoccupazioni di natura strategica. La Cina è firmataria della Convenzione sulla modifica ambientale, un trattato istituito dopo l’uso di tecniche di modifica del tempo da parte degli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam. La convenzione proibisce «l’uso militare o ostile di tecniche di modifica ambientale con effetti diffusi, duraturi o gravi». Ciò nonostante, si teme che Pechino possa violare tali norme. Queste attività hanno suscitato allarme tra i Paesi vicini, in particolare l’India. Data l’importanza delle condizioni meteorologiche per i movimenti delle truppe nella regione di confine himalayana, alcuni analisti indiani ipotizzano che la modifica del tempo cinese possa conferire un vantaggio strategico in potenziali conflitti futuri.
Il ministero della Difesa di Nuova Delhi, secondo quanto riportato, considera la questione con serietà e sta cercando il supporto di nazioni alleate per indagare su possibili interferenze. Desta particolare preoccupazione l’installazione di oltre 500 dispositivi di controllo del clima a combustione, noti come bruciatori, sulle pendici alpine del Tibet, dello Xinjiang e di altre regioni. Questi dispositivi, progettati per incrementare le precipitazioni, sono utilizzati sperimentalmente sull’altopiano tibetano, con un impatto diretto sul clima dell’Asia meridionale.
Le implicazioni si estendono oltre i vicini regionali, coinvolgendo anche gli Stati Uniti. I Servizi segreti americani hanno avvertito che la modifica del tempo potrebbe diventare uno strumento di pressione geopolitica. La stima dell’intelligence nazionale sul cambiamento climatico del 2021 ha evidenziato «una crescente probabilità che i Paesi testino e adottino unilateralmente tecnologie di geoingegneria solare su larga scala». I funzionari statunitensi temono che le crescenti capacità cinesi in questo campo possano alterare i modelli climatici internazionali, influire sulla produttività agricola delle nazioni alleate o essere utilizzate come una forma di guerra ambientale.
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