STMicroelectronics, colosso franco-italiano dei semiconduttori, prevede di disfarsi di circa 5 mila dipendenti nei prossimi tre anni. Lo ha annunciato mercoledì l’amministratore delegato Jean-Marc Chery, durante un evento organizzato a Parigi da Bnp Paribas. Di questi, 2.800 licenziamenti erano stati già comunicati all’inizio dell’anno; altri 2 mila lavoratori abbandoneranno l’azienda per pensionamenti o “dimissioni volontarie”.
Chery ha sottolineato che le trattative con le parti interessate e le autorità per l’attuazione del piano di riduzione dei costi procedono secondo i piani. Tuttavia, ha lasciato intendere che l’Italia stia ponendo maggiori ostacoli. Negli ultimi mesi, il governo italiano ha infatti manifestato crescente insoddisfazione nei confronti dell’amministratore delegato francese, mentre STMicroelectronics affronta una prolungata flessione nei suoi principali mercati, e sono state inoltre mosse accuse di insider trading a Chery, accuse respinte.
STMicroelectronics, in cui i governi italiano e francese detengono complessivamente il 27,5% delle quote tramite una holding, conta attualmente 50 mila dipendenti in tutto il mondo. Lo scorso novembre, Stm aveva delineato un piano di taglio dei costi del personale, con l’obiettivo di risparmiare centinaia di milioni di euro entro il 2027, attraverso una combinazione di riduzioni del personale per pensionamenti anticipati, dimissioni volontarie e altre uscite naturali.
Ad aprile, STMicroelectronics aveva precisato che mille posti di lavoro in Francia sarebbero stati tagliati attraverso uscite volontarie, nell’ambito dei 2.800 esuberi pianificati al di fuori delle uscite naturali. Secondo Reuters, il governo Meloni avrebbe esercitato pressioni sulla direzione francese per limitare i tagli in Italia a un massimo di mille unità. Mercoledì, i sindacati italiani hanno definito «inaccettabili» i 1.200 esuberi annunciati per lo stabilimento di Agrate Brianza, nei pressi di Milano, e hanno richiesto un incontro urgente con il governo per affrontare la situazione.
In tutto questo, l’amministratore delegato Jean-Marc Chery ha espresso ottimismo, sottolineando i primi segnali di ripresa del mercato per il 2025. Le azioni di STMicroelectronics hanno chiuso la giornata di ieri con un rialzo dell’11,1%, attestandosi a 24,94 euro per azione, registrando il maggior guadagno giornaliero dall’inizio di marzo 2020. Chery, ha poi annunciato che l’azienda sta registrando i primi di ripresa della domanda, un trend positivo che dovrebbe rafforzare i risultati nei prossimi trimestri. Aziende come Stm, attive nei mercati automobilistico, industriale ed elettronico, hanno subito negli ultimi anni una prolungata flessione degli ordini, a causa di un eccesso di capacità produttiva, scorte elevate e una domanda debole. Nell’ultima relazione sugli utili, l’azienda aveva stimato un fatturato trimestrale di 2,71 miliardi di dollari. Ma i dazi potrebbero compromettere la seconda metà del 2025, in attesa che Bruxelles riesca a concludere un accordo con l’amministrazione Trump.