Una settimana dopo che la dittatura comunista cinese ha mostrato i muscoli al mondo nella colossale parata militare di Pechino, gli Stati Uniti hanno compiuto un ulteriore passo verso la realizzazione del proprio sistema difensivo missilistico noto come Golden Dome.
L’11 settembre, l’Agenzia per la difesa missilistica statunitense ha iniziato a raccogliere proposte da parte di imprese del settore della difesa per partecipare alla costruzione del sistema, con scadenza per la presentazione fissata al 10 ottobre. Si prevede l’intervento di colossi come Lockheed Martin, Northrop Grumman, Rtx e Boeing.
Il sistema di difesa missilistica americano Golden Dome è concepito per intercettare oltre cento missili provenienti da Cina, Corea del Nord e Russia, “Stati canaglia” che – a partire dall’invasione russa dell’Ucraina – stanno sempre più rinsaldando la loro decennale alleanza in chiave anti-occidentale e soprattutto anti-americana.
Il giorno prima della parata di Pechino, Xi e Putin hanno rafforzato il proprio legame economico firmando un accordo per la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2. Putin ha dichiarato che i rapporti tra Mosca e Pechino sono «a un livello senza precedenti di eccellenza». Xi ha detto che i loro rapporti hanno «superato la prova dei cambiamenti nel mondo». Più che amici, fratelli, quindi.
Il giorno successivo alla parata, Xi ha tenuto colloqui con Kim a Pechino, impegnandosi integrare meglio i due regimi. Xi ha assicurato a Kim «la sua volontà di difendere con successo, consolidare e sviluppare le relazioni tra Cina e Repubblica popolare democratica di Corea». Kim ha affermato che Pyongyang «sosterrà e incoraggerà in modo invariabile la posizione e gli sforzi del Partito comunista cinese».
La Corea del Nord e la Repubblica Popolare Cinese stanno svolgendo un ruolo fondamentale nel sostenere lo sforzo bellico russo in Ucraina: il regime cinese manda in Russia forniture, armi e materiali utili alla produzione di armi; il regime nordcoreano manda munizioni e soldati.
In gennaio, appena tornato alla Casa Bianca, Donald Trump ha ordinato l’elaborazione di un piano per lo sviluppo del Golden Dome, e lo ha annunciato in maggio, dichiarando che il sistema dovrà diventare operativo entro la fine del suo mandato, nel 2029.
Ispirato al sistema Iron Dome israeliano, il Golden Dome è un progetto di difesa missilistica multilivello che prevede l’integrazione di sensori e intercettori basati a terra, in mare e nello spazio, al fine di rilevare e distruggere missili balistici, ipersonici e di crociera avanzati idealmente entro pochi minuti dal lancio.
Questo nuovo scudo missilistico, è di fatto la realizzazione dello “Scudo Stellare” annunciato nel lontano 1983 da Ronald Reagan, per proteggere gli Stati Uniti da attacchi nucleari sovietici.
«Il Golden Dome, una volta attuato, dovrebbe possedere la capacità di impedire a un avversario di condurre un attacco coercitivo limitato, aumentando il costo in termini di colpi per l’aggressore – ha spiegato in un’intervista a The Epoch Times Usa Robert Peters della Heritage Foundation – In altre parole, il Golden Dome non è concepito per fermare mille missili che sorvolano il Polo, ma potrebbe bloccarne centoventi diretti verso un obiettivo, grazie a una proliferazione di sensori e intercettori orbitali, abbinati agli intercettori basati a terra esistenti». Il sistema difensivo dovrebbe essere in grado di distruggere missili lanciati da più posizioni in Cina, Corea del Nord e Russia, ma «un fattore limitante per l’efficacia del sistema sarebbe il numero di missili lanciati, indipendentemente dall’aggressore».
Trump ha rilanciato il Golden Dome il 3 settembre, lo stesso giorno della parata di Pechino. «Tutti vogliono partecipare», ha affermato Trump, riferendosi alla possibile adesione del Canada al sistema.
Cina, Russia e Corea del Nord hanno armi nucleari e missili balistici intercontinentali capaci di raggiungere gli Stati Uniti. La Russia ne ha circa trecentotrenta, la Cina ne avrebbe più di quattrocento; la Corea del Nord una decina. Ma questi numeri (specialmente in Cina e Corea del Nord) sono destinati a salire notevolmente in pochi anni, considerata la folle corsa agli armamenti (anche) nucleari ingaggiata dalla dittatura cinese.
Il missile ipersonico cinese Cj-1000, con un raggio stimato di circa seimila chilometri, potrebbe raggiungere gli Stati Uniti, e pare sia dotato della capacità di eludere l’intercettazione da parte dei sistemi di difesa missilistica esistenti. Incluso il Golden Dome. Che quindi – per quanto efficace – non sarà uno scudo del tutto impenetrabile.