I poteri curativi dell’onestà e della verità

di Redazione ETI/Robert Backer
26 Agosto 2025 17:50 Aggiornato: 26 Agosto 2025 17:50

L’onestà non è solo una virtù morale: può influire direttamente sulla salute fisica e mentale. È quanto emerge dalla storia di Jonathan Corson, medico che integra nei suoi consigli terapeutici riflessioni filosofiche, come l’importanza della gratitudine, per alleviare i disturbi dei pazienti. Questo metodo, che associa alla medicina principi etici, gli ha attirato sia approvazione che critiche.

Il dottor Corson, sopraffatto da una settimana di lavoro intenso e poco riposo, si trovava a combattere un’emicrania persistente e resistente ai farmaci. Quel dolore, che lo colpiva regolarmente, lo ha spinto a una profonda introspezione. Pur essendo un medico, non era immune alle fragilità umane, e questo lo ha portato a interrogarsi sulla coerenza tra i propri insegnamenti e il comportamento: si chiedeva se la mancanza di onestà nella sua vita potesse essere legata ai suoi malesseri. Sommerso da responsabilità, il medico aveva preso l’abitudine di trascurare piccoli dettagli con i pazienti, come fare promesse irrealistiche alla famiglia o dire quello che gli altri volevano sentirsi dire. La pressione lo aveva spinto a cedere a orgoglio e interesse personale, portandolo a scegliere scorciatoie. Consapevole di questa deriva, ha deciso di intraprendere un percorso verso una maggiore sincerità, annotando ogni episodio di disonestà e studiando la letteratura scientifica sui benefici dell’onestà.

Con il passare del tempo, abbracciare la verità ha migliorato il suo benessere e riacceso il suo entusiasmo professionale. Dopo appena una settimana, il dottor Corson ha notato la scomparsa delle emicranie, che considerava una costante inevitabile della sua vita. La pratica dell’onestà sembrava aver ridotto i suoi livelli di stress. Uno studio del 2010 della Graduate School of Business della Columbia University ha confermato che episodi di disonestà, anche brevi, aumentano i livelli di cortisolo – l’ormone dello stress – preparando il corpo a reagire come se fosse sotto minaccia. Questo stato di tensione, se prolungato, può affaticare il sistema cardiovascolare, favorire infiammazioni e, come nel caso del dottor Corson, causare emicranie.

Il corpo umano, sistema biologico finemente calibrato, soffre se sottoposto a stress eccessivo, proprio come un macchinario spinto oltre i limiti. E mentire richiede uno sforzo cognitivo aggiuntivo, come dimostrato da uno studio del 2002 pubblicato su NeuroImage. Quando una persona mente, il cervello attiva le stesse regioni usate per dire la verità, ma con un ulteriore coinvolgimento di aree legate all’autocontrollo, come la corteccia prefrontale dorsolaterale. Questo processo consuma risorse mentali, riducendo la capacità di pensare in modo creativo o di risolvere problemi.

Il dottor Corson, che in passato aveva l’abitudine di “manipolare la verità” – come promettere alla moglie di rientrare puntualmente senza mai farlo o giustificare l’assenza a una partita della figlia con impegni di lavoro evitabili – ha iniziato a riflettere prima di parlare, assicurandosi che le sue parole fossero sincere. Questo cambiamento, pur non privo di difficoltà, ha rafforzato il rispetto di sé e le relazioni con gli altri, facendolo sentire più autentico.

La ricerca distingue diversi tipi di menzogne. Uno studio del 2003 pubblicato su Cerebral Cortex ha evidenziato che bugie improvvisate, come inventare una scusa per un ritardo, attivano fortemente il giro cingolato anteriore, che inibisce l’inclinazione naturale alla verità. Menzogne più complesse, come raccontare di un viaggio mai fatto, richiedono un maggiore sforzo della corteccia prefrontale per mantenere la coerenza della storia. In ogni caso, l’inganno comporta un costo mentale elevato, mentre la verità permette di vivere con serenità e senza ansia.

Con il tempo, il dottor Corson ha notato un aumento di energia al termine delle sue giornate lavorative. In precedenza, si sentiva troppo stanco per giocare con la figlia; ora, invece, si scopre più creativo e coinvolto, sia a casa che al lavoro. Condividendo la sua esperienza con un collega, ha ipotizzato che l’onestà possa ridurre la necessità di cure mediche. Uno studio del 2022 pubblicato su Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology ha supportato questa idea, mostrando che un elevato carattere morale è associato a tassi più bassi di depressione e a migliori esiti di salute mentale.

Alla fine di una lunga giornata, seduto nel suo ambulatorio, il medico ha riflettuto sul cambiamento nella propria vita. La semplice scelta di essere onesto aveva alleviato lo stress e le emicranie, portandolo a chiedersi quali altri benefici potessero derivare dalla pratica delle virtù. Uscendo nell’aria fresca della sera, il dottor Corson si sentiva non solo diretto verso casa, ma verso una vita più autentica, sana e completa.

 

 


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