Generale Biavati: sesta generazione di caccia dovrà evitare guerre come 15-18

di Agenzia Nova
10 Giugno 2025 14:42 Aggiornato: 10 Giugno 2025 14:42

Quello che la sesta generazione di caccia dovrà portare «è la possibilità di evitare che la nostra gente muoia al fronte, perché siamo tornati per l’ennesima volta nel 15-18». Lo ha detto il generale di squadra aerea Aerea Alberto Biavati, Comandante del comando squadra Aerea – 1a Regione Aerea intervenendo al convegno «Global air combat programme. Sovranità e cooperazione, tecnologia e industria» al Palazzo dell’aeronautica in piazza Novelli a Milano.

«Quello che sta succedendo in questi giorni – ha spiegato – era in ampia parte prevedibile: la prima cosa prevedibile era che, se non hai la superiorità aerea, almeno fin dall’inizio, ti ritrovi nella guerra del 15-18. E questa è la dimostrazione dell’Ucraina. Ma lo sapevamo anche prima, non c’era nulla di diverso. E poi dopo devi tornare a fare tutte quelle cose che si facevano nel 15-18». Il Generale Biavati ha spiegato inoltre «di sposare in pieno la policy della Nato, che il futuro deve essere formato sul mix di high e low end per quanto riguarda le capacità. E la sesta generazione di caccia dovrebbe mettere insieme queste cose: mettere insieme quella high che abbiamo già adesso con la quinta generazione, con low che vediamo che è tremendamente importante.

Perché ci siamo concentrati un pozione troppo sulla tecnologia per avere poche macchine pensando di vincere e poi ci siamo resi conto che con un peer competitor le poche macchine non sono sufficienti, ce ne vogliono tante, ma soprattutto ci vogliono tante macchine che siano in grado di saturare. E visto che l’high end costa, non ci possiamo permettere di avere tre-quattromila F35, dobbiamo averne pochi e questi F35 devono essere in grado di fare tante altre cose che aiutano ad avere quei 170 droni che l’Ucraina sta sperando di costruire al giorno, a breve, e poterli anche gestire in maniera corretta».

 

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