Gabbard: «I dispositivi del governo hanno Signal preinstallato»

di Redazione ETI/Ryan Morgan
27 Marzo 2025 16:20 Aggiornato: 27 Marzo 2025 16:20

Il direttore dell’Intelligence nazionale americana, Tulsi Gabbard, ha affrontato il secondo giorno di interrogatori dopo la diffusione di messaggi riservati tra alti funzionari dell’amministrazione Trump riguardanti attacchi militari in Yemen. Gabbard ha dichiarato che l’app di messaggistica Signal, utilizzata nella conversazione, «è preinstallata sui dispositivi governativi».

Il caso è esploso dopo che il direttore di The Atlantic, Jeffrey Goldberg, ha rivelato di essere stato aggiunto per errore a una chat tra funzionari del Gabinetto Trump, dove si discutevano dettagli sui raid statunitensi. Secondo Goldberg, i partecipanti non si sarebbero accorti della sua presenza. Il Consiglio di Sicurezza Nazionale ha confermato l’autenticità dei messaggi.

Intervenendo davanti alla Commissione Intelligence della Camera il 26 marzo, il direttore dell’Intelligence ha spiegato che sono in corso indagini per capire come Goldberg abbia avuto accesso alla chat e perché nessuno se ne sia accorto, assicurando che non sono state condivise informazioni segrete della chat. La Gabbard ha poi difeso l’uso di Signal da parte dei funzionari, citando una direttiva della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency del dicembre 2024, che raccomanda app crittografate come Signal per le comunicazioni governative, misura adottata dopo l’attacco informatico Salt Typhoon, attribuito a hacker cinesi.

Mercoledì The Atlantic ha pubblicato presunti screenshot della conversazione. In essi, il ministro della Difesa, Pete Hegseth, sembra parlare di condizioni meteorologiche favorevoli per gli attacchi e fornire una tempistica per il lancio di caccia F-18, droni MQ-9 e missili Tomahawk. Le direttive del ministero della Difesa in materia di classificazione stabiliscono che messaggi su «operazioni militari, sistemi d’arma e attività estere» siano considerati top secret.

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