Foti: Giorgia Meloni va a Washington per parlare dei dazi da leader

di Agenzia Nova
14 Aprile 2025 11:08 Aggiornato: 14 Aprile 2025 12:24

Il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, parla in una intervista a Repubblica del prossimo incontro tra il presidente del Consiglio Meloni e il presidente degli Stati Uniti Trump: «Sarà a Washington come Italia. E per una volta, come ha certificato Standard & Poor’s, non come un Paese pieno di debiti, ma con conti in ordine. Detto questo, rispondo: è stato per primo Trump a dire che la questione dei dazi – che è innanzitutto europea – sarà trattata con il blocco europeo». Dunque, a nome dell’Europa: «Dall’inizio sosteniamo: evitiamo una guerra commerciale, la soluzione non può essere un’escalation. I dazi sono un tema prioritariamente gestito dalla Commissione, ma Meloni può avere un ruolo strategico per facilitare il dialogo. Poi è chiaro che in un incontro bilaterale saranno sul tavolo altri dossier bilaterali. Ad esempio, gli investimenti delle imprese Usa in Italia».

Il vero snodo sembra il rapporto con la Cina: «C’è un dato che come europei dobbiamo tenere presente, a prescindere dalla visita di Meloni a Trump: la sovraproduzione cinese. Pechino non riesce ad assorbire la produzione interna. E quindi, rischiamo presto un’invasione di prodotti cinesi a basso prezzo. Credo – aggiunge il ministro – che l’Europa debba pensare a misure di salvaguardia, in prospettiva. Anche perché i dazi di Trump alla Cina favoriscono la diversificazione del mercato cinese. La premier sarà lì come Italia e potrà avere un ruolo strategico per facilitare il dialogo e aumentano i rischi, per noi». Ma Bruxelles propone più commercio con Pechino: «Inutile nascondersi: c’è chi in Europa pensa che una soluzione al problema della nuova politica commerciale americana possa essere quella di puntare di più sulla Cina. Chi così ragiona, fa di conto solo nel breve e non in prospettiva. Altrimenti saprebbe che già oggi la bilancia commerciale tra Ue e Cina è assai deficitaria».

E dunque: clausole di salvaguardia verso la Cina. E poi: «Il primo passo deve essere quello di ridurre l’impatto delle barriere. Il secondo, “dazi zero”. Creando il più grande bacino commerciale e produttivo del mondo. Per una crescita globale impetuosa». I segnali restano contrastanti. Gli americani promettono nuovi dazi sui semiconduttori: «Vedremo. I temi sono molti. Ad esempio: non ha molto senso che gli americani impongano dazi all’Europa su acciaio e alluminio, se i cinesi hanno una sovrapproduzione di questi materiali. L’unico effetto è deprimere chi può collaborare con te. Bisogna trovare un accordo». Nonostante la pressione americana, nessun passo indietro sulla web tax: «Penso che sia difficile tornare indietro. Però non dimentichiamoci che in Europa si discute anche di un possibile inasprimento sulle big tech. Ecco, meglio la prudenza. Dobbiamo rafforzare l’Occidente, non spaccarlo» conclude Foti.

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