Washington. L’amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, ha definito «impressionante» il modello di intelligenza artificiale R1 sviluppato dall’azienda cinese DeepSeek, ma ha sottolineato che OpenAI ritiene che una maggiore potenza di calcolo sia fondamentale per il successo di lungo termine nel settore. DeepSeek, una startup cinese di intelligenza artificiale a basso costo, ha attirato l’attenzione globale il mese scorso quando ha dichiarato in un documento che l’addestramento del suo modello DeepSeek-V3 ha richiesto meno di 6 milioni di dollari in potenza di calcolo utilizzando i chip Nvidia H800, meno performanti rispetto al top di gamma, di cui gli Stati Uniti hanno limitato le esportazioni verso la Cina. Il modello DeepSeek-R1, lanciato la scorsa settimana, è da 20 a 50 volte più economico da utilizzare rispetto al modello o1 di OpenAI a seconda del tipo di attività, secondo quanto sostenuto dall’azienda sviluppatrice in un messaggio pubblicato sulla piattaforma sociale WeChat.
«Il modello R1 di DeepSeek è impressionante, in particolare per ciò che riescono a offrire a quel prezzo», ha commentato Altman sulla piattaforma sociale X. «È ovvio che forniremo modelli molto migliori e, allo stesso tempo, è stimolante avere un nuovo concorrente. Rilasceremo alcune novità» ha anticipato Altman, che ha poi aggiunto: «Siamo entusiasti soprattutto di continuare a portare avanti la nostra roadmap di ricerca, e riteniamo che un maggiore utilizzo di potenza di calcolo sia ora più importante che mai per raggiungere la nostra missione».
La presentazione di un nuovo modello avanzato d’intelligenza artificiale da parte della start-up cinese DeepSeek sta provocando in queste ore un vero e proprio terremoto tra i titoli tecnologici statunitensi: le azioni del produttore di processori grafici Nvidia, tra le prime società al mondo per capitalizzazione di mercato, hanno perso ieri oltre il 13 per cento del loro valore a Wall Street, pari a circa 400 miliardi di dollari. Meta Platforms (società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp), Microsoft e Alphabet (proprietaria di Google) hanno perso tra l’1,5 e il 3,5 per cento del loro valore. In calo anche i bitcoin, scesi sotto i 100 mila dollari per la prima volta dall’elezione del presidente statunitense Donald Trump.
A inquietare i mercati statunitensi non sono tanto le prestazioni dell’assistente virtuale sviluppato da DeepSeek, simili a quelle offerte da ChatGpt di OpenAi, quanto il fatto che la società cinese abbia raggiunto un tale risultato senza poter accedere ai più sofisticati microchip per l’intelligenza artificiale di Nvidia. Gli Stati Uniti, infatti, hanno introdotto negli ultimi anni restrizioni all’export di alta tecnologia in Cina che impediscono a DeepSeek di utilizzare unità di elaborazione grafica come l’H100, progettato specificamente per applicazioni di intelligenza artificiale e usato per l’addestramento di assistenti virtuali dalla stessa OpenAi, da Microsoft, Google e Amazon. DeepSeek ha fatto sapere invece di aver sviluppato il proprio chatbot su un processore H800, versione depotenziata dell’H100 progettata ad hoc per il mercato cinese, per una spesa inferiore ai 6 milioni di dollari.
Il fatto che il modello di DeepSeek abbia raggiunto livelli di prestazione simili a quelli di ChatGpt con microchip “depotenziati” mette, di fatto, in discussione le spese ingentissime sostenute negli ultimi anni dai colossi tecnologici statunitensi per lo sviluppo di processori grafici per l’intelligenza artificiale. Il Wall Street Journal, citando l’analista di settore Stacy Rasgon, osserva tuttavia come DeepSeek potrebbe aver solo trovato un modo per ridurre i costi di addestramento dell’Ia: la domanda di intelligenza artificiale è destinata comunque a crescere, e le aziende tecnologiche continuano ad aver bisogno di sempre maggiore potenza di calcolo.