In un’intervista al quotidiano Il Tempo, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha rilanciato la proposta di un «Patto europeo per la difesa» per rafforzare la deterrenza militare dell’Unione europea, sottolineando che la pace, in Ucraina come in Medio Oriente, «non si costruisce solo con la diplomazia, ma con una deterrenza solida».
Il ministro ha ribadito che l’Italia continuerà a difendere il diritto alla sicurezza di Israele, ma ha criticato apertamente la gestione dell’offensiva militare a Gaza da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: «Hamas va combattuta, ma non infliggendo queste sofferenze ai civili innocenti. Il blocco degli aiuti e la morte di innocenti non sono moralmente accettabili». Sul conflitto in Ucraina, Crosetto ha avvertito che un cessate il fuoco privo di garanzie «rischia solo di congelare il conflitto» ed ha escluso con forza l’ipotesi di una «smilitarizzazione» o di una neutralità dell’Ucraina: «Chi pensa a un’Ucraina cuscinetto si sbaglia. L’Italia e l’Ue sosterranno Kiev fino in fondo».
Il ministro ha illustrato i risultati del recente incontro E5 (Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Polonia) svoltosi a Roma, che ha l’obiettivo di rafforzare la difesa europea con investimenti comuni, interoperabilità industriale e aumento della spesa militare al 2 per cento del Pil. «Oggi l’Ue ha 17 modelli di carri armati, gli Usa solo tre. Serve superare questa frammentazione», ha dichiarato. Crosetto ha inoltre evidenziato il rischio crescente legato alla «guerra industriale» russa: «Mosca ha mobilitato oltre 3 mila imprese, spende il 6,7 per cento del Pil per la difesa, e punta a una riserva di 5 milioni di uomini. È in grado di sostenere un conflitto prolungato. Per questo anche l’Europa deve compiere un salto strategico e industriale». Secondo Crosetto, «nessun Paese europeo può affrontare da solo queste sfide: serve più Europa, più Nato e una visione condivisa, per affrontare un mondo che si sta rapidamente riassestando su nuovi equilibri economici, militari e tecnologici».