Cinque Paesi e l’Ue contro i nuovi dazi americani sugli aerei

di Redazione ETI/Reuters
12 Giugno 2025 12:29 Aggiornato: 13 Giugno 2025 12:32

Cinque Paesi, l’Unione Europea, compagnie aeree e industrie aerospaziali internazionali hanno chiesto all’amministrazione Trump di non introdurre nuovi dazi su aerei commerciali e componenti importati. La richiesta, contenuta in documenti resi pubblici martedì, sollecita il ripristino del regime di esenzione previsto dall’Accordo sugli aeromobili civili del 1979, che ha garantito agli Stati Uniti un surplus commerciale annuo di 75 miliardi di dollari.

I documenti, diffusi dal ministero del Commercio statunitense, riportano le preoccupazioni espresse da governi e aziende di Canada, Cina, Giappone, Messico, Svizzera e Unione Europea sulle possibili ripercussioni di nuovi dazi. Secondo Bruxelles, Unione Europea e Stati Uniti, in quanto partner commerciali affidabili, dovrebbero rafforzare il commercio di aerei e componenti, non ostacolarlo con restrizioni. Ha poi aggiunto che valuterà tutte le opzioni per garantire condizioni eque di mercato. Attualmente, l’amministrazione Trump applica un dazio del 10% sulla quasi totalità delle importazioni di aerei e componenti.

Separatamente, Boeing ha fatto riferimento all’accordo commerciale con il Regno Unito, siglato a maggio, che prevede l’esenzione dai dazi su aerei e componenti. L’azienda ha comunicato al ministero del Commercio che gli Stati Uniti dovrebbero garantire un trattamento analogo in tutti gli accordi commerciali, come avvenuto con il Regno Unito.

Secondo il Messico, le esportazioni verso gli Stati Uniti di componenti aeronautici hanno raggiunto 1,45 miliardi di dollari nel 2024, pari a circa un decimo del totale importato. L’Unione Europea ha dichiarato di aver acquistato aerei americani per 12 miliardi di dollari, esportandone per 8 miliardi verso il mercato statunitense.

All’inizio di maggio, il ministero del Commercio ha avviato un’indagine sulla sicurezza nazionale rispetto alle importazioni di aerei commerciali, motori a reazione e componenti. L’inchiesta potrebbe aprire la strada a dazi ancora più elevati.

Boeing ha evidenziato di aver aumentato la quota di componenti statunitensi nei propri modelli negli ultimi dieci anni. I nuovi 737 MAX 10 e 777X saranno realizzati con oltre l’88% di contenuti prodotti negli Stati Uniti.

Il sindacato United Auto Workers, che rappresenta 10 mila lavoratori del settore aerospaziale, ha espresso sostegno a dazi e quote di produzione interna. Ha inoltre sottolineato che l’occupazione nel settore è scesa a 510 mila unità nel 2024, rispetto agli 850 mila del 1990. Secondo il sindacato, per tutelare l’intera filiera aerospaziale, nei comparti civile e della difesa, sono necessari dazi completi e limiti alla produzione estera. JetBlue Airways si è invece opposta a nuovi dazi: «la politica commerciale dovrebbe rafforzare, non compromettere, i sistemi consolidati che assicurano voli sicuri e accessibili», ha dichiarato.