Al momento, non si conosce quali dei dirigenti di Hamas che Israele ha tentato di eliminare con l’attacco aereo a Doha siano ancora vivi. Le reti televisive arabe riportano notizie contraddittorie.
L’organizzazione terroristica palestinese ha rilasciato nella serata del 9 settembre una dichiarazione ufficiale in cui afferma che «il nemico non è riuscito a eliminare la delegazione negoziale di Hamas», ma la dichiarazione ha confermato la morte di Jihad Labed, capo di Gabinetto di un importante esponente di Hamas, Khalil al-Hayya, di Hamam al-Hayya (figlio di Khalil al-Hayya) e di tre guardie.
Anche secondo Israele i risultati dell’attacco – benché «positivi» – richiederanno tempo prima che venga chiarita la sorte di chi si trovava nel luogo dell’attacco a Doha, ovvero il complesso in cui viveva al-Hayya. Le stesse fonti sottolineano che l’attacco era diretto ad alti funzionari di Hamas, tra cui al-Hayya, una figura di massima importanza nell’organizzazione, in quanto capo dell’Ufficio politico del movimento nella Striscia di Gaza e principale responsabile della gestione dei negoziati.
Khalil al-Hayya, è diventato una figura centrale nella dirigenza di Hamas dopo l’eliminazione di Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar dello scorso anno. Ha svolto un ruolo centrale nelle trattative per il cessate il fuoco nella guerra e per gli ostaggi, ed è ora considerato la figura più importante e influente di Hamas al di fuori della Striscia. al-Hayya fa parte del consiglio direttivo di cinque membri che ha guidato il movimento da quando Sinwar è stato assassinato a Gaza nell’ottobre dello scorso anno.
Khalil al-Hayya è nato a Gaza nel 1960. All’inizio degli anni ’80 si è unito al movimento dei Fratelli Musulmani, da cui è nata Hamas, fondata nel 1987 dallo sceicco Ahmed Yassin. al-Hayya è insomma uno dei fondatori di Hamas. Israele lo ha arrestato diverse volte a Gaza, nel 2007 ha bombardato la sua abitazione nel quartiere Shajaiya di Gaza City, e nel 2014 la moglie e quattro figli sono stati uccisi, sempre durante un bombardamento della loro abitazione; al-Hayya si è salvato perché non era in casa.
Il dirigente di Hamas ha poi lasciato Gaza per stabilirsi in Qatar, e ricoprire il ruolo di responsabile delle relazioni estere con il mondo arabo e islamico. Nel luglio 2024, ha accompagnato Haniyeh nella sua ultima visita a Teheran, dove è stato ucciso. Khalil al-Hayya è considerato una figura legata a doppio filo con l’Iran, il principale fornitore di armi e denaro di Hamas.
Al-Hayya ha anche fatto riferimento all’attacco del 7 ottobre 2023 alla Striscia di Gaza e ai massacri, affermando che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere «un’operazione limitata» a rapire dei soldati per fare poi uno scambio di prigionieri e quindi, sembra di capire, non l’orribile massacro che in realtà si è verificato. In un’intervista con un organo di stampa di Hamas, ha affermato che «la divisione di Gaza dell’esercito sionista è completamente crollata». Secondo al-Hayya, l’attacco del 7 ottobre «ha riportato la questione palestinese al centro dell’attenzione internazionale». Un dato di fatto incontestabile.