Cardinale Sako: Ramadan e Quaresima uniscono nel nome di Dio

di Agenzia Nova
5 Marzo 2025 16:11 Aggiornato: 5 Marzo 2025 16:11

Riconoscere e fare tesoro della forza rinnovatrice del digiuno, anche mentre lo scenario mediorientale e globale sono stravolti da guerre, da terrore e da devastazioni. È con un forte appello alla speranza che il patriarca di Baghdad dei Caldei, cardinale Raphael Louis Sako, si rivolge nel suo messaggio ai fedeli musulmani e cristiani.

«In questa occasione — si legge — rivolgo ai musulmani, in questo mese di digiuno, e ai cristiani all’inizio della Quaresima, i miei sinceri auguri, pregando che l’onnipotente ci ricopra tutti sotto la misericordiosa benevolenza e garantisca sicurezza al nostro amato Paese e ai Paesi della regione». Ramadan e Quaresima — prosegue il messaggio — sono «tempi di digiuno, di preghiera, di pentimento e di perdono, di purificazione dai vizi, di elemosina e di carità, e di alti valori da vivere in uno spirito di amore e di tolleranza». Il patriarca di Baghdad dei Caldei lamenta «l’allontanamento di molte persone da Dio, il Dio dell’amore e della misericordia», ma anche «l’allontanamento gli uni dagli altri, dalla tolleranza, dall’operare il bene. Durante il periodo di digiuno — ricorda il porporato – i credenti hanno bisogno della luce di Dio per illuminare la loro mente e il loro cuore al fine di tradurre la Sua volontà in uno stile di vita virtuoso».

Il cardinale Sako allunga lo sguardo all’Iraq: «Per una stabilità duratura del Paese, non c’è altra soluzione se non quella di sottomettersi alla logica dello Stato, di cooperare con esso per consolidare la giustizia, lo stato di diritto e l’unità nazionale, e di applicare il concetto di cittadinanza e non di settarismo. Il modo per raggiungere questo obiettivo passa attraverso l’educazione e i media». A sua volta «il clero — prosegue il patriarca — è chiamato a sollecitare i propri fedeli ai valori religiosi e morali, affinché il digiuno sia una scelta del cuore e dell’anima, e si trasformi in una svolta di conversione e in un momento di benedizione per il Paese e il popolo, e non resti solo una pratica formale».

Il porporato in numerose occasioni ha sottolineato quanto sia necessario che le due religioni si conoscano in maniera più approfondita. Infatti, nella prefazione di un libro di prossima uscita, dedicato all’islam, scrive: «È inaccettabile che non impariamo la verità sulla religione islamica e che i musulmani non imparino la verità sulla religione cristiana e sulle altre religioni, studiando fonti affidabili e accreditate e non basandosi su credenze popolari e pregiudizi».

Nel testo, il patriarca di Baghdad auspica «una nuova visione che apre la strada a un migliore rapporto di cooperazione, lontano dalla tendenza al dominio e all’estremismo. È tempo di purificare i nostri cuori e riformarci alla luce della verità, perché la fede è una cosa e la religiosità è un’altra».

Per il cardinale c’è una differenza tra l’islam religioso e quello politico. «Il vero islam — si legge nella prefazione — accetta la coesistenza e il pluralismo. Il cristianesimo è la via dell’amore indicata da Cristo che invitò i suoi discepoli a vivere come suoi figli e fratelli gli uni verso gli altri, nell’amore e nella pace. La fratellanza umana non è solo un’idea, ma un cammino che ci ha educati e che incarniamo nella nostra vita quotidiana. Nell’islam — viene sottolineato nel libro — c’è una chiamata alla misericordia, che molti musulmani praticano senza riguardo all’identità delle persone. Amore e misericordia sono inseparabili, la misericordia è rappresentata nell’amore». Infine, il porporato sostiene che bisogna «affermare con coraggio e franchezza ciò che abbiamo in comune e riconoscere onestamente ciò che è diverso, partendo dal presupposto che Dio ci ha creati diversi affinche possiamo amarci e collaborare. Questo — conclude il patriarca Sako — è ciò che vuole Dio, che estende e tutti il suo amore e la sua misericordia».

 

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