Bruxelles accusa Shein di violare i diritti dei consumatori

di Redazione ETI/Naveen Athrappully
28 Maggio 2025 16:03 Aggiornato: 28 Maggio 2025 16:03

La Commissione europea, insieme a diverse autorità nazionali, tra cui Paesi Bassi, Francia, Belgio e Irlanda, e in collaborazione con la Rete per la cooperazione in materia di protezione dei consumatori, ha avviato un’indagine che ha evidenziato numerose violazioni da parte della piattaforma Shein, ritenute non conformi alla normativa europea in materia dei diritti dei consumatori.

Secondo quanto riferito dalla Commissione in una nota del 25 maggio, la società avrebbe applicato sconti fittizi, pubblicizzando riduzioni di prezzo non basate su reali prezzi precedenti. Inoltre, sarebbero stati utilizzati meccanismi di pressione psicologica, come scadenze d’acquisto ingannevoli, per indurre i consumatori a concludere rapidamente gli ordini. La piattaforma avrebbe inoltre fornito informazioni parziali o inesatte sui diritti di reso e rimborso, non rispettando le disposizioni europee vigenti. Nel 2024 pratiche simili sono state riscontrate anche da parte di Temu, altro marketplace attivo nella vendita di prodotti a basso costo provenienti dalla Cina A questo si aggiungono dichiarazioni considerate fuorvianti sui presunti benefici ambientali dei prodotti venduti. Per quanto riguarda l’assistenza clienti, la società avrebbe reso difficile l’accesso ai propri contatti, ostacolando così la possibilità per i consumatori di richiedere informazioni o presentare reclami.

Ora Shein ha un mese di tempo per rispondere alle contestazioni e proporre misure correttive. Qualora Shein non dovesse adottare provvedimenti adeguati, le autorità nazionali potranno intervenire con misure sanzionatorie. Tra queste, anche l’eventuale imposizione di multe calcolate sul fatturato annuo generato nei Paesi dell’Unione interessati.

Fondata nel 2008 da Sky Xu a Nanchino, in Cina, Shein ha attualmente sede centrale a Singapore. Il modello di business si basa sulla vendita diretta ai consumatori di capi d’abbigliamento a basso costo, prodotti prevalentemente in Cina. Già nel febbraio scorso, la Commissione europea aveva richiesto alla società la trasmissione di documenti interni e ulteriori informazioni riguardanti la presenza di contenuti e prodotti illegali sulla piattaforma, nonché chiarimenti sulle misure adottate per la protezione dei dati personali degli utenti.

Il 22 agosto 2024, inoltre, Shein ha pubblicato l’analisi di sostenibilità relativa all’anno precedente, ammettendo due casi di lavoro minorile nella propria filiera. Per lavoro minorile si intende l’impiego di soggetti con meno di 15 anni o al di sotto dell’età minima legale per lavorare prevista dalle normative locali. La società ha dichiarato di aver sospeso i contratti con i fornitori coinvolti e di averli ripristinati solo dopo l’adozione delle misure correttive. I casi sono stati risolti in tempi brevi, con il licenziamento dei minori, il pagamento di eventuali salari arretrati, controlli medici e il rimpatrio presso i familiari.

A livello commerciale, l’azienda sta affrontando un contesto sempre più complesso. Negli Stati Uniti, le recenti modifiche alla normativa doganale hanno inciso sui costi di importazione: dal 2 maggio, i dazi su pacchi provenienti dalla Cina con valore inferiore agli 800 dollari sono passati temporaneamente dal 120 al 54 percento, in seguito a un accordo bilaterale tra Washington e Pechino. In risposta, Shein ha annunciato una riduzione dei prezzi su numerosi articoli destinati al mercato statunitense.

 

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